Giorgia Meloni avvisa Matteo Salvini: “Niente governo con i transfughi. Un errore pensare che non si possa votare”
“Sarei sempre disponibile a dar vita a un governo di centrodestra”, ma a una condizione. Giorgia Meloni è intransigente nel merito e avvisa Matteo Salvini: niente transfughi nell’esecutivo. “Non sono certa che l’orizzonte della nostra coalizione debba essere un esecutivo sorretto da due o tre transfughi che lo farebbero ballare a ogni passaggio parlamentare”, ha detto chiaro e tondo in un’intervista a Repubblica. E ancora la leader di Fratelli d’Italia: “Non sono disponibile a fare un governo con qualsivoglia partito di sinistra. Sia esso Pd, M5S o Italia Viva” in quanto “l’Italia ha bisogno di una visione, che oggi drammaticamente manca”.
Salvo poi precisare di essere stata onesta con gli alleati della Lega: “Matteo sa che non ho condiviso questo ragionamento – ha detto in riferimento alle urne in piena pandemia -, perché ritengo sia un errore accreditare una tesi, quella che non si potrebbe votare, che la sinistra porta avanti per interessi strumentali. Ma lo dice anche lui, del resto, che le elezioni sono la priorità, per dare alla nazione un governo coeso, con una chiara visione, con un forte mandato popolare e con cinque anni davanti per lavorare. Le alchimie di palazzo non funzionano”.
Nonostante questo la Meloni non è del tutto ottimista sulla caduta del governo guidato da Giuseppe Conte: “Le crisi in favore di telecamera non sono credibili. Tifo perché questi signori vadano a casa prima possibile”, sostiene la presidente di FdI, che afferma di trovare “surreale che nel pieno dell’emergenza pandemica passino la giornata a parlare di poltrone, verifiche, servizi segreti, posti di sottogoverno, tutta una paccottiglia da Prima Repubblica che poi, riguardando il ‘rottamatore’, rende tutto ancora più ridicolo”. Insomma, nessuno sembra più credere alle minacce di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva un giorno sostiene Pd e M5s, il giorno dopo li critica rimanendo però sempre seduto sul suo scranno. “I governi tenuti su solo perché devono occupare posizioni e potere – è la sua conclusione – non fanno il bene della nazione”.