Yemen, la bomba che ha fatto strage di bimbi è made in Usa
La bomba che lo scorso 9 agosto ha straziato 51 yemeniti tra cui 40 bambini è made in Usa.
A rivelarlo è la Cnn che cita esperti di munizioni. Secondo l’emittente televisiva, infatti, l’ordigno che ha seminato morte e terrore nella provincia di Saada era un Mk 82 a guida laser venduto all’Arabia Saudita dalla Lockeed Martin, una delle principali società militari statunitensi. Una bomba di precisione da 227 chili che si è abbattuta con tutta la sua forza devastatrice su uno scuolabus carico di bambini inermi.
Ma la scia di sangue lasciata nello Yemen da questo tipo di arma è ben più lunga. Sempre secondo le ricostruzioni della Cnn, un ordigno molto simile è stato utilizzato tanto nel marzo 2016 (97 vittime), tanto ad ottobre dello stesso anno (115 vittime). All’epoca, a farne le spese, furono sempre e comunque i civili. Nel primo caso, sorpresi a fare compere in un mercato mentre, nel secondo, spazzati via durante una cerimonia funebre. È per questo che l’allora presidente Usa Barack Obama interruppe il commercio di tecnologia militare a guida laser con Riad. Ma con l’avvento della nuova amministrazione guidata da Donald Trump, il divieto è stato abrogato da un decreto dell’ex segretario di Stato Rex Tillerson. E a marzo 2018 gli Usa hanno siglato con l’Arabia Saudita un nuovo accordo che prevede la vendita di armi per un valore complessivo di un miliardo di dollari.
Nel frattempo emergono nuove, strazianti ricostruzioni di quel maledetto 9 agosto. Come quella affidata sempre alla Cnn da un testimone oculare: “Ho visto la bomba colpire l’autobus, ho visto l’esplosione ed i cadaveri scaraventati in aria, c’erano vittime dappertutto ed una testa mozzata all’interno del cratere”.
Per questo orrendo crimine la coalizione araba a guida saudita, impegnata a combattere i ribelli Houthi, ha parlato di un “errore” dovuto a “informazioni sbagliate” anche se, immediatamente dopo la strage, il suo portavoce rivendicò il raid definendolo “legittimo”. Mentre il ministro della Difesa statunitense, James Mattis, ha respinto in maniera pilatesca le accuse di “colpevolezza morale”. E spiegato come, nel teatro yemenita, Washington supporti Riad nella “pianificazione degli obiettivi” senza “eseguire direttamente le operazioni militari”. IL GIORNALE.IT