Il calendario di Mussolini che fa impazzire Gad Lerner
Il boom di vendite del calendario dedicato a Benito Mussolini ha scatenato le ire del giornalistaGad Lerner, il quale non ha trovato di meglio da fare che scagliarsi contro Bruno Vespa oltre che contro tutto il centrodestra.
I dati di vendita del calendario, realizzato anche per il prossimo anno dal negozio Ferlandia di Predappio (comune della provincia di Forlì-Cesena) sono l’occasione perfetta per attaccare il celebre conduttore di “Porta a Porta”, reo di aver realizzato e dato alla stampa un libro dedicato all’analisi della “dittatura del consenso”, che soppresse le libertà degli italiani, ed al parallelo con la “seconda dittatura” scaturita nei giorni nostri a seguito della pandemia del Coronavirus.
Gad Lerner, intervistato da AdnKronos, non si è detto particolarmente colpito dai numeri registrati nelle vendite del calendario in esame. “Non c’è alcuno stupore visto che siamo nel Paese in cui il giornalista più potente e radicato nella rete televisiva più diffusa pubblica un libro in cui il titolo è ‘Perché l’Italia amò Mussolini’ e lo presenta coi leader riuniti del centro destra, i quali non hanno rilievo antifascista da muovere”.
L’attacco del giornalista si estende a colpire quanti ancora ritengano di poter comunque recuperare degli aspetti positivi della politica di Mussolini. “Un consesso ammiccante che vuole accarezzare questo falso luogo comune per il quale Mussolini ha fatto anche cose buone e del quale dovremo recuperare la grandezza”.
Nell’affondo di Lerner viene risparmiato, se non quasi celebrato per il distacco dalle sue radici politiche, l’ex presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini: “Il leader di destra che ha voluto tagliare le sue radici fasciste, mi riferisco a Gianfranco Fini, d’altronde è stato emarginato, considerato un traditore, mentre quelli che continuano ad ammiccare vanno per la maggiore. Molta amarezza, dunque”, commenta ancora il giornalista parlando del boom di vendite del calendario,”ma nessuno stupore”.
A quanti, invece minimizzano la portata di quello che per lui è un problema di una gravità assoluta, lo stesso Lerner aggiunge: “Chi considera siano solo vicende del passato dimentica come questi simboli novecenteschi siano oggi di nuovo rivendicati, esibiti. Nelle manifestazioni dei suprematisti americani appoggiati da Trump ci sono le svastiche”. Bene fa, quindi, secondo Lerner, l’Associazione nazionale dei partigiani a rimarcare il fatto che “l’antifascismo e l’antirazzismo siano più che mai battaglie contemporanee, in Italia come altrove. Chi esalta il fascismo ancora oggi è una minoranza incoraggiata e rinfocolata dalla cattiva informazione”.
Infine non poteva mancare l’attacco ai sovranisti e a chi ancora difende il concetto di Patria emerge nelle frasi conclusive dell’intervista:”Si cerca un alibi illusorio a una ricerca di benessere, di salvezza in una situazione di grande difficoltà, nella convinzione che il nazionalismo, il ‘prima noi’, un’ambigua forma di patriottismo che si aggrappa a chi sognava una superiorità della razza italiana, siano un ritorno all’impero”.