Lo “scatto” di Toscani: fa il lecchino con i Benetton
Il fotografo Oliviero Toscani, noto per le campagne pubblicitarie del marchio Benetton, è un uomo franco.
Quando deve esprimere un’opinione non si nasconde dietro un dito. Negli ultimi anni ha pronunciato giudizi velenosi su tutti. Silvio Berlusconi? «Grazie a lui siamo un Paese di coglioni». I veneti? «Un popolo di ubriaconi e alcolizzati». Il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, al centro delle polemiche per le posizioni sulle coppie gay e l’aborto? «Mi sembra come quei fascisti, nazisti, ma che cazzo vuol dire fare più figli?». Matteo Renzi? «Rappresenta la mediocrità italiana». Matteo Salvini? «Sarà processato come a Norimberga» dove vennero puniti i crimini di guerra dei nazisti. Mario Monti? «Se penso che ha la stessa età di Mick Jagger, non posso che concludere che la droga fa bene». Beppe Grillo? «Dice cose giuste in divisa da nazista». I giornalisti? «Voi non dite la verità, dite ciò che vende. Siete un prodotto di consumo». Da Toscani ci si aspetta che non guardi in faccia a nessuno, che dica la verità, non ciò che serve a vendere (fotografie, nel suo caso). Ieri il Corriere della Sera lo ha intervistato sul tragico crollo del ponte Morandi a Genova ma soprattutto sul fatto che moltissimi puntano il dito contro Autostrade per l’Italia, gestita da Atlantia, società dei Benetton. Su quest’ultimo punto, Toscani è categorico: hanno ragione i Benetton, solo per caso suoi datori di lavoro. «Ho sempre sentito che quel ponte era tenuto a un livello altissimo di qualità. Non sono un tecnico, ma ho sempre sentito che era seguito con dei parametri molto più ampi della media europea» dice Toscani. Il fotografo denuncia poi un’ingiustizia: «Prendersela con i Benetton. Come se uno volesse speculare sulla vita degli altri. Ma se loro sono delle persone serissime. Sì, sono sempre stati seri, hanno sempre fatto le cose al massimo… e lo dico io che ci ho lavorato insieme». E la reazione degli italiani? Il sulfureo Toscani si diffonde in un’analisi pacata ma scomoda. Per gli italiani: «Che popolo frustrato quello italiano, che popolo infelice! Da fotografo e da uomo immagine posso dire proprio questo: siamo un popolo di infelici, incattiviti». Però, accidenti, sono crollati un pilone e duecento metri di ponte. Strano che i controlli di altissima qualità di cui dice Toscani non siano stati sufficienti a evitare il disastro. Sospendiamo il giudizio in attesa di accertamenti. E se il governo ha processato i Benetton in 24 ore, dichiarandoli colpevoli, altrettanto ha fatto Toscani, assolvendoli con formula piena. Il fotografo non sarà in conflitto d’interessi? No, in Italia i conflitti d’interesse sono sempre un problema altrui.