Così l’ultimo decreto di Conte discrimina le famiglie numerose
Una zona rossa sull’intero territorio nazionale, dal 24 dicembre al 6 gennaio, nei giorni festivi e prefestivi: il 24, 25, 26, 27, 31 dicembre, 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio.
Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute. Le famiglie potranno ricevere fino a due persone non conviventi dalle 5 alle 22, in linea con l’attuale coprifuoco. Queste, in sintesi, le ultime misure annunciate dal premier Giuseppe Conte in virtù delle prossime festività natalizie.
Un nodo spinoso
Al di là delle solite incongruenze contenute in molti provvedimenti sostanzialmente incomprensibili – che, tra l’altro, hanno sempre accompagnato Dpcm e decreti vari – vale la pena soffermarci su un aspetto che potrebbe essere fuggito a molti. Ma che, allo stesso tempo, potrebbe riguardare non poche famiglie italiane. Già, perché, stando ai diktat del governo giallorosso, i nuclei familiari formati da più di due figli over 14, ovvero di età superiore ai 14 anni, rischiano di non poter far visita né a parenti né ad amici.
E questo in barba alla deroga sbandierata da Conte. L’esecutivo ha infatti confermato la possibilità, nel periodo delle feste, di potersi spostare per far visita ai parenti più stretti. La deroga, però, riguarda solo due persone. Inoltre, è stato confermato che sono esclusi dal conteggio gli under 14.
“Famiglie discriminate”
Il problema è stato evidenziato da Jacopo Coghe, vice presidente di Pro vita e Famiglia onlus in una nota dopo il discorso di Conte sulle decisioni prese dal governo e dal Cts per il prossimo Natale 2020. “Grazie caro Conte da parte delle famiglie numerose, per l’ennesima volta discriminate da questi provvedimenti. A quanto si apprende una famiglia con più di due figli maggiori di 14 anni non potrebbero far visita a parenti ed amici”, si legge nel comunicato.
“É vergognoso scoprirsi “da reato” solo perchè si è messo al mondo figli quasi fosse una colpa. I nonni dovranno privilegiare qualche nipote e penalizzare altri. Complimenti alla squadra che ha pensato bene di far morire la democrazia anche a tavola!”, ha quindi concluso Coghe, rimarcando l’ennesima decisione illogica presa dall’esecutivo.
il giornale.it