Notizia SHOCK. Ecco perché il governo ha le carte in mano per rovinare letteralmente i Benetton.
A lanciare la bomba sul caso del crollo del ponte genovese questa volta è il mentore del premier Giuseppe Conte, l’avvocato Guido Alpa che dice: “Se c’è la prova della colpa non si deve pagare niente”.
Alpa spiega perché sul caso del ponte Morandi di Genova e la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, il governo ha in mano le carte per rovinare, letteralmente, la famiglia Benetton, a dispetto della penale da 20 miliardi che dovrebbe versare loro lo Stato per l’annullamento del contratto.
“C’è una disposizione del codice degli appalti (l’articolo 176 che recepisce l’articolo 44 della direttiva europea sugli appalti del 2014 n.23) che prevede la risoluzione del contratto di concessione quando c’è o la colpa della stazione appaltante o la colpa del concessionario.
Una volta accertata la colpa, l’articolo 1453 del codice civile stabilisce che in caso di inadempimento del concessionario, il creditore – che in questo caso sarebbe la stazione appaltante – può chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno.
Un risarcimento che può avvenire anche in forma specifica chiedendo che venga ripristinato il patrimonio che è stato leso con la ricostruzione del ponte a carico di Autostrade”.
E conclude l’avvocato: “Può non esserci reato ma esserci inadempimento. Bisogna analizzare come si sono comportati nell’adempimento della concessione.
E qui c’è un elemento in più che nessuno ha ancora messo in evidenza ed è il fatto che questo tratto di autostrada non è più fruibile perché è crollato il ponte. Vuol dire che, nel caso fosse accertata la colpa del debitore, a suo carico ci sarebbe anche l’impossibilità di svolgere la prestazione”.
Fonte: Libero