Immagini di violenze sessuali su bimbi e neonati: a Milano 3 arresti (tra cui un vigile)
Canali e gruppi su WhatsApp e Telegram con foto e video di violenze sessuali su bambini piccoli, in alcuni casi anche neonati. È quanto ha scoperto la polizia postale attraverso una lunga indagine che si è conclusa mercoledì 16 dicembre con una maxi operazione che ha visto 17 arresti e circa il triplo delle perquisizioni in tutt’Italia, con la maggior parte degli indagati in Lombardia e Campania. A Milano tre persone sono state arrestate in flagranza dopo essere state trovate il possesso di ingenti quantità di materiale pedopornografico e altre tre sono al momento indagate per lo stesso reato.
A finite in manette in città sono stati due informatici di 40 e 29 anni e un agente della polizia locale di un comune dell’hinterland milanese, di 33 anni. Milanesi anche due indagati, un disoccupato 35enne e un operatore delle pulizie 29enne.
La maxi operazione contro la pedopornografia
Dopo due anni di indagini, 432 pedofili sono stati identificati dagli agenti sotto copertura infiltati dalla postale di Milano e dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online del Servizio polizia postale di Roma, coordinati dai Procuratori aggiunti Fusco e Mannella insieme ai Sostituti Barilli e Tarzia della Procura distrettuale di Milano. In totale sono circa 55mila le immagini perquisite.
Sono invece 159 i gruppi pedofili e 16 le associazioni criminali smantellate che diffondevano i contenuti pedopornografici. Dei 432 utenti identificati, 81 sono italiani e 15 sono stati arrestati in flagranza. Oltre 300 uomini della postale dalle prime ore dell’alba di mercoledì stanno eseguendo perquisizioni e arresti in flagranza in 53 province e 18 regioni italiane.
Le 16 organizzazioni criminali erano organizzate al loro interno con membri che avevano ruoli e compiti ben definiti, quali promotori, organizzatori e partecipi. Ciascun gruppo era regolato da precise e severe norme di comportamento finalizzate a preservare l’anonimato – e, quindi, la ‘sicurezza’ – del sodalizio criminale, oltre che dei singoli partecipanti. La violazione di tali regole comportava, infatti, l’espulsione da parte degli amministratori.