Alberto Genovese e la violenza a Ibiza: “Una ragazza camminava a gambe divaricate, dormiva tra gli escrementi”
“Camminava a gambe divaricate”. Dettagli sconcertanti su Alberto Genovese e le violenze ai suoi festini “estremi”. Una ragazza che vi ha partecipato per due anni, Kristina, ha fornito la sua versione dei fatti in studio da Barbara D’Urso a Live Non è la D’Urso. “Ho conosciuto Genovese – ha raccontato – quando avevo 18 anni, per caso, un ragazzo mi ha detto ‘Andiamo in piscina’ e sono finita da lui. Era giorno, verso sera si è movimentata la situazione e sono arrivate altre persone. Nel pomeriggio ha provato ad approcciarmi, io l’ho respinto mentre circolava alcol e droga”.
“Sono andata via, ma siamo rimasti in contatto. Ho partecipato a una decina, forse una ventina di feste. Lui nei party era sempre molto fisico: si avvicinava a tutte le ragazze, ci ballava in modo provocante però tutti lo accettavano perché era lui che offriva. Aveva una specie di Sindrome da sceicco, non c’erano altri uomini se non alcuni amici e il suo braccio destro”. L’imprenditore è in carcere con l’accusa di aver violentato due ragazze, una 18enne nel suo attico milanese vista Duomo in ottobre e un’altra giovane a Ibiza, la scorsa estate.
Proprio a quanto accaduto a Ibiza fa riferimento Kristina: “Ho preso il suo aereo molte volte per andare a Ibiza. Una di queste eravamo quattro ragazze (di cui tre modelle), un ragazzo e appunto Alberto Genovese. Una di loro, che veniva dalla Lituania, ha cominciato a provarci con lui. Dopo poche ore si sono chiusi in camera e non li abbiamo visti per tre giorni”. Quando la festa è finita e gli altri invitati se ne sono andati, “noi l’abbiamo poi ritrovata in una camera, a letto, addormentata nuda fra i suoi escrementi. Non so cosa sia successo, posso supporre. L’hanno messa sotto la doccia, dov’è rimasta per un’ora. Non ha voluto un’ambulanza, forse perché aveva assunto droghe. Ha smesso di parlare, camminava a gambe divaricate, una scena che non posso dimenticare. Noi stupidamente pensavamo che fosse colpa sua, perché reduce dall’uso di sostanze stupefacenti. Oggi capisco che forse abbiamo sbagliato a giudicare”.