Giorgia Meloni a Salvini: «Nessun patto con Pd e M5S, non è il momento di fughe in avanti»


L’apertura in solitaria con Conte? Per Giorgia Meloni la mossa di Salvini è incomprensibile. «Sono abbastanza stupita. È un momento troppo grave per potersi permettere tatticismi esasperati o fughe in avanti. Serve grande responsabilità, da parte di tutti». Lo dice  in una intervista al Corriere della Sera. «Se nasce un nuovo governo», afferma la leader di FdI, «oggi dura tre anni, altro che ponte. Siccome non credo che in questa legislatura si possa immaginare un governo senza Pd, Cinquestelle o Renzi, penso che non abbia molto senso nemmeno parlarne».

Meloni a Salvini: non si facciano passi indietro

«Trovo un po’ anomalo», spiega Giorgia Meloni, «che – nello stesso giorno in cui noi leader del centrodestra ci sediamo a un tavolo per coordinare le posizioni – senza avvertirci, prima si facciano aperture a un governo nel quale si prende in considerazione l’ipotesi di siglare un nuovo patto con Pd o M5S con l’obiettivo di far fuori Conte per siglare un nuovo patto tra Pd e M5S, e contemporaneamente si annunci un colloquio con lo stesso Conte». Secondo Meloni, «per la coalizione è stato un passo indietro».

«Perché aprire il colloquio in solitaria con Conte?»

«Proprio nel momento in cui il centrodestra mostra compattezza sul Mes, supera divisioni interne, si presenta compatta per ottenere ascolto e risultati su proprie proposte nella lotta contro il Coronavirus, perché aprire a un colloquio in solitaria con Conte, facendo il gioco della maggioranza, che ha come unica intenzione quella di dividerci? È da mesi che tentano di farlo e finora non siamo mai caduti nella trappola».

Meloni, le domande a Salvini

«Mi interessa», sottolinea Giorgia Meloni, «capire se davvero Salvini considera possibile in questa legislatura tornare con i Cinquestelle o fare un governo con il Pd o se come me ha un unico orizzonte possibile: andare al voto con il centrodestra. Questa è l’unica cosa che importa e sulla quale conto che spazzeremo via gli equivoci». Quindi, «chiederò magari già domani a Matteo, quando ci vedremo per presentare le proposte unitarie del centrodestra sulla legge di Bilancio, cosa intendesse. E confido che ci chiariremo, come sempre».

«Votare non è un dramma»

Ma lei davvero crede al voto? «Io credo che sarebbe molto meglio votare e avere poi un governo coeso con un progetto preciso che rimanere in questa situazione. Siamo l’unico Paese al mondo che ritiene un dramma votare, come se poi tra un governo dimissionario e uno nuovo ci fosse un vuoto di potere a Palazzo Chigi. Scusi ma il Covid non c’era negli Usa? Mi pare abbiano votato comunque».

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