Mes, terremoto nel M5s: lasciano 4 deputati
Il voto sulla riforma del Mes avvenuto ieri non ha provocato conseguenze gravi sul governo ma ha ulteriormente lacerato il M5s.
Tra le file dei pentastellati, infatti, oggi si segnalano altri quattro addii. Ad abbandonare Di Maio e Grillo sono stati i deputati Carlo Ugo De Girolamo, Mara Lapia, Antonio Lombardo e Fabio Berardini. È stato proprio quest’ultimo che all’Adnkronos ha reso pubblica la notizia spiegando, inoltre, di aver già inviato la lettera con cui si annuncia che i parlamentari citati lasciano il gruppo M5s alla Camera.
Che qualcosa stesse accadendo nel M5s lo si era capito già di primo mattino. Il deputato Antonio Lombardo, in un messaggio inviato ai colleghi, aveva scritto: “Ragazzi, per una questione di correttezza e rispetto nei vostri confronti, prima che lo apprendiate dalle agenzie, vi comunico che sto per lasciare il gruppo parlamentare del M5s. Con stima, un abbraccio a tutti”. Il nome di Lombardo figura nella lista dei 13 parlamentari 5s che ieri non hanno partecipato al voto sulla risoluzione di maggioranza relativa alla riforma. Un dissenso manifestato, peraltro, nella lettera anti-Mes della scorsa settimana, sottoscritta proprio dal deputato insieme a molti altri colleghi. Berardini, De Girolamo e Lapia, invece, hanno votato contro la risoluzione di maggioranza.
“Noi parlamentari subiamo giornalmente minacce di espulsioni e altri provvedimenti disciplinari se solo ci azzardiamo ad esporre il nostro pensiero. L’approvazione della riforma del Mes è l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ha dichiarato all’Adnkronos il deputato ormai ex 5s Fabio Berardini, spiegando le ragioni dell’addio al gruppo parlamentare. “Non è più possibile rimanere nel Movimento 5 Stelle”.
Quello che viene considerato il tradimento dei valori fondamentali del Movimento era già stato denunciato ieri in Aula alla Camera dalla deputata Lapia. La parlamentare aveva affermato che “votare a favore” della risoluzione di maggioranza “sarebbe un tradimento verso i nostri elettori. Non vi è stato un dialogo con noi e con i nostri attivisti, come avremmo dovuto fare”. “Noi volevamo smantellarlo il Mes- ha aggiunto- e invece siamo qui e lo abbiamo anche peggiorato. Stiamo portando qui dentro una bomba a orologeria”.
Aveva rincarato la dose il collega Berardini che, a sua volta, intervendo in Aula in dissendo dal suo gruppo aveva affermato come il voto non era “contro il presidente Conte. Noi oggi stiamo solamente dando un indirizzo politico al nostro presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo. Sarò coerente con il programma elettorale del M5s e voterò contro una riforma peggiorativa, che consegnerebbe a qualcuno una pistola carica pronta a fare fuoco sull’Italia”. “Il ministro degli Esteri Di Maio e il capo politico Crimi ci dovrebbero spiegare perché vogliono tradire il programma del M5S”, aveva aggiunto Berardini.
Ora si attendono le decisioni dei vertici pentastellati sui “ribelli” che hanno votato contro la risoluzione della maggioranza. Non è escluso che questi possano essere “puniti” con l’espulsione dal Movimento. A meno che gli stessi parlamentari non anticipino le mosse e agiscano nelle prossime ore, magari seguendo le orme dei 4 fuoriusciti dai 5s.
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