Conte deve dare retta a Renzi sul Recovery fund. Altrimenti Iv lascerà il governo
Matteo Renzi sfida Giuseppe Conte sul Recovery fund. Il premier deve rinunciare alla sua idea di governance, con tanto di task force di tecnici, per gestire i circa 200 miliardi (tra prestiti e sovvenzioni) del Next Generation Eu. Altrimenti sarà rottura, definitiva e irreversibile. Sono tanti soldi e il leader di Italia Viva non intende mollare, anche a costo di far cadere il governo. Il braccio di ferro con Conte è dirimente e Renzi fa sapere che Italia Viva non avallerà più i “pieni poteri” del premier e la sua arroganza. Il premier deve assecondare le richieste di Iv. Non esistono alternative.
Renzi sfida Conte sul Recovery fund
E a chi pensa che Conte non si preoccupi più di tanto dei penultimatum del leader di Iv, perché finora ha solo minacciato di uscire dalla maggioranza senza mai farlo, l’ex premier fa sapere senza ombra di dubbio che stavolta è diverso. Stavolta Renzi forse punta sul fatto che il Pd – che finora non ha detto niente in una sorta di silenzio-assenso – è più dalla sua parte che da quella dell’ex avvocato del popolo. La questione quindi è capire a cosa punta Renzi. Non è escluso – è opinione sempre più diffusa tra gli scenaristi – che sul Recovery fund voglia far cadere Conte e dar vita a un nuovo esecutivo. Dove il Pd (e Iv, naturalmente) avrebbero un ruolo in proporzione più determinante rispetto a un M5S (partito di maggioranza relativa) completamente allo sbando. Oppure c’è sempre il governo tecnico. Insomma, va bene tutto purché il premier molli la poltrona.
Ministri di Italia Viva pronti a dimettersi
A sentire i ministri Iv, per il premier non c’è margine di manovra. “Se si arrivasse a una rottura” sulla task force esterna per il Recovery fund “io e Teresa Bellanova daremmo le dimissioni”. Così il ministro delle Pari opportunità e della famiglia, Elena Bonetti, ai microfoni di Radio Capital annuncia le intenzioni sue e della collega alle Politiche agricole. “Sarei pronta a dimettermi nel momento in cui non avessi più possibilità di mantenere il giuramento che ho fatto come ministra”, spiega. Il succo è che i soldi Ue li devono gestire i politici e non i tecnici. E attualmente nell’idea di governance che farebbe capo guarda caso al premier, al ministro dell’Economia Gualtieri (Pd) e a quello dello Sviluppo economico Patuanelli (M5S), guarda caso non figurano ministri renziani.
La minaccia della Bellanova: “Pronti a non votare la legge di Bilancio”
“Conte va avanti se non governa contro il Parlamento: non siamo una Repubblica fondata sui Dpcm né sulle task force“. E’ l’avvertimento della Bellanova, capo delegazione di Italia Viva in un’intervista a Repubblica. Se la norma sulla task force “dovesse passare così com’è”, fa presente la renziana di ferro, “si darebbe il via libera ad una sorta di esautoramento delle funzioni e del ruolo dello Stato”. “Quella norma va ritirata – ribadisce la Bellanova -. Progettazione, attuazione, capacità di spesa vanno insieme”, ha insistito Bellanova, “se Conte insiste, Iv voterà contro in Consiglio dei ministri e in Parlamento lavorerà senza sconti per modificarla”. Poi un altro avvertimento, ancora più minaccioso: “Se malauguratamente dovesse essere presentato surrettiziamente un emendamento al Bilancio – fa presente il ministro – , ci costringerà a votare contro la legge di Bilancio“.
Marattin: “O approccio diverso o Costituzione ci guiderà”
Gli fa eco Luigi Marattin, presidente Iv della commissione Finanze alla Camera. “Serve un approccio diverso, se può farlo questo governo bene sennò la Costituzione ci guida. Servono le persone giuste nei posti giusti: Italia Viva non vuole rompere le scatole ma governare, se lo si fa con questo governo bene sennò con gli strumenti previsti dalla Costituzione lo faremo in altro modo”.
Più chiaro di così. Conte è avvisato.
Adolfo Spezzaferro