Omicidio di Pasquale Apicella, al via il processo: quattro rom alla sbarra
Primo giorno di processo in aula per gli imputati della morte dell’agente scelto Pasquale Apicella, il poliziotto deceduto lo scorso 27 aprile dopo un impatto con un’auto ad altissima velocità.
La rapina, poi il terribile scontro
I sospettati, di etnia rom, scappavano da una rapina ad un bancomat, ad oltre 150 ok orari a fari spenti, contromano. In zona calata Capodichino, a Napoli. Fatale fu, per Pasquale, l’impatto tra l’auto di servizio e quella in fuga dei banditi. Pasquale Apicella lasciò moglie (presente in aula insieme al resto della famiglia) e due bimbi piccoli, di 6 anni e 10 mesi.
Ieri sembra che né il ministero dell’Interno né il comune di Napoli si siano costituiti parte civile, nonostante la folta rappresentanza istituzionale presente ai funerali. Il processo si sta celebrando con il rito ordinario, così come di recente previsto per il reato di omicidio volontario che contempla la condanna all’ergastolo.
In ordine agli altri reati (furto, riciclaggio e tentata rapina e altri) contestati agli indagati dalla Procura, in relazione alla richiesta di stralcio presentata dagli avvocati degli indagati per la celebrazione con rito abbreviato, la terza Corte di Assise si è riservata la decisione: si pronuncerà in occasione della prossima udienza, fissata per il 23 dicembre, durante la quale avrà inizio la fase istruttoria.
Pasquale Apicella merita giustizia
Sul banco degli imputati figurano, per il reato più grave, Fabricio Hadzovic, 40 anni, l’autista dell’Audi A6 che si è scontrata a tutta velocità contro la Pantera della polizia sulla quale si trovava Pasquale Apicella, Admir Hadzovic, 27 anni e il 39enne Igor Adzovic. L’ultimo componente della banda, il 23enne Renato Adzovic non risponde di omicidio volontario, in quanto non era a bordo dell’A6, ma dei reati “minori”.
Oltre ciò, nessuno ha proposto o fatto murales, intavolato raccolte firme per intitolare strade o piazze. Le attenzioni del pubblico sono altrove, una memoria confusa ed a volte poco attenta verso i figli del popolo in divisa. Resta qualche fiore di plastica a calata Capodichino e, tanta rabbia.
Massimiliano Esposito