Ha tentato di bruciare vivi 53 bambini, il video di Sy Ousseynou: “Voi italiani mi fate schifo, viva gli africani”
Trentasette minuti di rabbia, di odio scagliato contro l’Italia e gli italiani, «che vanno a messa la domenica e chiudono gli occhi davanti ai morti nel Mediterraneo». Il 20 marzo 2019, Sy Ousseynou, autista di pullman, sequestrò cinquantadue bambini, due insegnanti e la bidella partiti da una scuola di Crema, pronto a incendiare tutto su una pista di Linate. Quando lo arrestarono, si scoprì che aveva annunciato la sua missione con video pubblicato su Internet.
I carabinieri del Ros cercarono a lungo il video, alla fine lo scovarono. Ma sulla rivendicazione di Sy è calato il segreto imposto sia dalla Procura che da Ilio Mannucci, il presidente della Corte d’assise che il 14 luglio ha condannato Sy a 24 anni di carcere.
Ora che il Giornale ne è entrato in possesso, si capisce bene perché i giudici non volevano che il video circolasse: il lungo proclama di Sy – da oggi disponibile sul sito del Giornale.it – sembra fatto apposta per suscitare rischi di emulazione. Raramente si è visto un uomo partire da presupposti così razionali, così aderenti alla realtà, per approdare a una conclusione così feroce e folle, con i bambini di dodici anni usati come ostaggi e scudi umani, pronti a venire sacrificati in nome di una vendetta cieca contro torti non loro. Chi spiegherà, ai bambini della scuola Vailati di Crema, che hanno rischiato di morire perché fosse punita l’indifferenza degli italiani?
«Viva l’Africa, viva gli africani», è l’esordio di Sy. L’autista ha un cappello calato in testa, del volto coperto si intravvedono solo gli occhi. Parla con lunghe pause, spesso ripetendosi, in discreto italiano. Una immagine ricorrente: «nel Mediterraneo i pescatori non pescano più pesci ma pescano esseri umani, bambini devastati dai pescecani, le nostre donne, i nostri uomini valorosi, le nostre mamme che si inabissano urlando». Di fronte alle tragedie dei profughi, Sy accusa gli italiani di girare la testa, «intanto cosa sono, dei negri, più muoiono meglio è ‘sti selvaggi di merda… che muoiano tutti, chi se ne frega”». Io, dice il sequestratore, «sento il dolore delle persone che si sono inabissate».
Mai, neanche in una frase, Ousseynou cerca di spiegare cosa c’entrino i bambini affidati a lui con le stragi in mare. Del suo piano non offre dettagli, nulla che – se il video fosse stato trovato prima del 20 marzo – permettesse di bloccare la sua impresa criminale. Il suo obiettivo sembra solo darsi un retroterra ideologico e una giustificazione, e insieme lanciare la sua invettiva contro l’Italia e l’Occidente.. «Fate schifo, figli di p…, fate schifo. Ci state sfruttando, ci state succhiando, ci state massacrando». E ancora: «Brutti figli di p.., perché veniamo da voi, perché bussiamo alle vostre porte? A voi non interessa, a voi basta avere la pancia piena (…) voi vi riempite la pancia con i vostri piatti di pastasciutta al pomodoro a parlare dei migranti senza sapere che quei merdosi di pomodori che state mangiando è stata raccolta con cinquanta gradi all’ombra con ‘sti migranti qua che parlate male di loro». «Fate le leggi per salvaguardare le nutrie e chi salva un essere umano in mare viene accusato di favoreggiamento».
«L’Italia non è razzista? Cosa ne sapete voi? Siete neri, siete zingari, siete arabi? Se avessi una bacchetta magica vi trasformerei tutti in arabo o nero, poi vedrete».
Lunghe pause separano una invettiva dall’altra. Fa impressione pensare che mentre Sy registra quel video ha già tutto chiaro in testa, ha già deciso di immolare al suo odio i bambini che quel venerdì sarebbero saliti sul suo pullman. Per lui, è arrivata l’ora di colpire: «Adesso basta, deve finire. Figli dell’Africa, meglio morire combattendo».
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