Più sbarchi, meno regolari: cambia l’Italia dei migranti
Sono dei numeri che mettono in evidenza una certa dicotomia quelli resi noti dal Report semestrale dell’Istat dal titolo “Cittadini non comunitari in Italia”. Da un lato calano i permessi di soggiorno rilasciati, dall’altro però aumentano gli sbarchi e questo cambia i connotati del fenomeno migratorio in Italia.
Quali le conseguenze?
Istat: calano i permessi di soggiorno
Sono circa 43mila i permessi di soggiorno concessi agli stranieri nel primo semestre del 2020. Una quantità che risulta essere meno della metà di quella dello stesso periodo del 2019 segnando un -57,7%. In quella fase infatti erano stati riconosciuti circa 177.254 permessi, a loro volta in calo rispetto ai primi 6 mesi del 2018, facendo segnalare una contrazione del 26,8%. É stato tra aprile e maggio che le concessioni hanno risentito di una forte diminuzione, rispettivamente del 93,4% e dell’86,7%.
L’Istat spiega l’andamento della situazione anche con riferimento ai motivi di ingresso. Ad esempio quello più frequente, dovuto al ricongiungimento familiare, registra una contrazione del 63,6%. Nel 2019 era stata del 17,8%. Un altro numero importante è quello che fa riferimento ai permessi per la richiesta asilo, diminuiti del 55,5%. In calo del 22,5% i permessi per lavoro che erano cresciuti invece nel biennio precedente. In Italia sta scemando anche la presenza di cittadini extracomunitari con regolare permesso di soggiorno: da 3.717.406 al 1° gennaio 2019 a 3.615.826 al 1° gennaio 2020. Sostanzialmente, una contrazione del 3%.
Il perché della diminuzione
L’Istat nel suo rapporto cita tra le cause principali della contrazione dei permessi di soggiorno l’emergenza coronavirus: “La diffusione dell’epidemia da Covid-19 – si legge – ha portato molti Paesi a chiudere le frontiere sia in entrata sia in uscita”. L’effetto pandemia secondo l’istituto di statistica si riscontrerebbe anche nel “rallentamento dell’attività amministrativa nelle prime fasi del lockdown”.
Ma non è questa l’unica vera ragione: “Sì il Covid ha certamente avuto i suoi effetti, è stata una variabile importante – ha confermato su IlGiornale.it il professor Maurizio Ambrosini, sociologo ed esperto di immigrazione – Ma ci sono state altre cause, a partire dall’effetto dei decreti sicurezza di Salvini”. Secondo Ambrosini, quanto previsto dalle norme volute tra il 2018 e il 2019 dall’ex ministro dell’Interno ha avuto una certa incidenza: “La diminuzione della presenza di migranti è un trend che va avanti da almeno un decennio, ma sui numeri del 2020 c’è stata anche l’influenza dei decreti varati dal precedente governo – ha proseguito il sociologo – In particolare, il passaggio immediato da richiedente asilo a immigrato irregolare ha prodotto una diminuzione nel rilascio dei permessi di soggiorno”. Seguendo i dettagli forniti dall’Istat, è stato poi specificato che la tendenza al ribasso del dato sui permessi era ben presente già lo scorso anno. Nel 2019 è stato registrato in tal senso un -26.8% rispetto al 2018. Possibile quindi che ad incidere su questo trend sia stata la diminuzione del numero degli sbarchi visto che, lo scorso anno, la cifra ha fatto registrare record negativi.Immigrazione, indietro tutta: l’Italia è tornata a 2 anni fa
Gli stranieri arrivati nell’ultimo biennio
In questo contesto, per fare maggiore chiarezza, è necessario analizzare il numero dei migranti arrivati nel territorio italiano dal 2018 ad oggi. Verificando i dati pubblicati sul sito del ministero dell’Interno, il numero delle persone sbarcate dal 1° gennaio al 27 ottobre del 2020 è pari a 27.057. Cifra che risulta triplicata rispetto a quella del 2019 in cui, sempre in base ai dati del Viminale,sono sbarcati 9.475 migranti. Visto l’andamento della grafica degli arrivi sorge inevitabilmente una domanda: è possibile aspettarsi un incremento dei permessi di soggiorno il prossimo anno?
“Tutto dipenderà dal mercato”
“L’aumento degli sbarchi nell’anno in corso potrebbe incidere sul futuro trend del numero dei permessi di soggiorno, ma in ogni caso in maniera limitata”: questa la posizione del professor Ambrosini riguardo a cosa ci si potrebbe aspettare nei prossimi rapporti Istat. Secondo il sociologo, l’unica variabile da prendere in considerazione è legata alle condizioni del mercato italiano: “Si guardi per esempio al dato sui ricongiungimenti familiari – ha spiegato – Sono in netto calo e questo indica che il nostro Paese non attrae più come prima, molti migranti preferiscono far rimanere le proprie famiglie all’estero piuttosto che farle venire da noi. Gli sbarchi – ha poi proseguito Ambrosini – destano impressione e incidono sulla percezione del fenomeno migratorio, ma a livello numerico l’elemento più importante è il mercato. Se le condizioni economiche italiane miglioreranno allora si assisterà a un maggior flusso migratorio, comunitario e non. Diversamente potremmo registrare un nuovo trend al ribasso”.
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