Sos vocazioni per la Chiesa di Bergoglio: con Papa Francesco 6000 preti hanno lasciato la tonaca
Chi fa i complimenti alle grandi aperture della Chiesa di Papa Francesco dovrebbe ogni tanto leggere qualche dato. Sotto il nuovo pontificato sono fuggiti fedeli ma anche i sacerdoti. E si può parlare proprio di “emergenza vocazioni”. Che la Chiesa sia da tempo in sofferenza di vocazioni, soprattutto nell’Europa secolarizzata, non è di per sempre una novità. Tuttavia fanno riflettere gli esegeti della Chiesa di Bergoglio i numeri che emergono dalla pubblicazione dell’Annuario Statistico della Chiesa per l’anno 2018 che ha consentito di esaminare le caratteristiche statistiche e dinamiche dei sacerdoti nelle diverse realtà ecclesiali tra il 2013 e il 2018.
La Chiesa di Bergoglio dovrà riflettere su questi numeri
“Tra i fattori di riduzione della compagine sacerdotale, – scrive l’Osservatore Romano – si osserva che, tra il 2013 e il 2018, il numero dei decessi tra i sacerdoti è stato di 4.000 unità circa inferiore alle ordinazioni, superando nel mondo le 39 mila unità. In Europa, caratterizzata da un corpo sacerdotale nettamente più anziano, i decessi hanno sopravanzato le ordinazioni di quasi 15 mila unità. Sono scesi quindi a 23.365 unità. Essi sono, tuttavia, compensati dal saldo positivo registrato complessivamente in Asia. E, soprattutto, in Africa, dove l’età media della popolazione sacerdotale risulta più contenuta. Quasi in perfetta parità, infine, il bilancio demografico in America”.
La pubblicazione dell’Annuario statistico ha consentito anche di fare un bilancio sulle pecorelle smarrite nella Chiesa. Vale a dire i preti che hanno abbandonato la tonaca. Il fenomeno delle defezioni, in generale, ha interessato quasi seimila sacerdoti nel mondo nel periodo 2014-2018. Quanto alla distribuzione territoriale del dato, oltre l’81% delle defezioni è avvenuto in America e in Europa, mentre le altre aree ne hanno sofferto in maniera piuttosto contenuta.
Fuga di sacerdoti, soprattutto in Europa e nelle Americhe
Più’ in generale, “la consistenza del complesso dei sacerdoti nel mondo – analizza il quotidiano d’Oltretevere- è venuta decrescendo dal 2013″, anno dell’elezione di Jorge Bergoglio. Una coincidenza temporale curiosa. Dal 2013 al 2018, la Chiesa è passata da 415.348 sacerdoti a 414.065 alla fine dell’arco di tempo considerato con una contrazione di 0,3%, concentrata nell’ultima parte del periodo campionario. In controtendenza rispetto alla media mondiale, l’evoluzione delle consistenze sacerdotali in Africa e in Asia risulta alquanto confortante, con un +14,3% e un +11,0%, rispettivamente. E con un incremento di oltre 2.200 unità soltanto nel 2018. Mente l’America si mantiene in una situazione di quasi stazionarietà attorno ad una media di circa 122 mila unità. Europa ed Oceania, infine, responsabili della contrazione osservata a livello planetario, mostrano nel 2018 una diminuzione di oltre il 7%, e di 1,1%, rispettivamente”.
Le aperture di Bergoglio hanno allargato la Chiesa? Neanche un po’
“L’Europa, – sottolinea il quotidiano d’Oltretevere- pur detenendo la quota più elevata, vede diminuire considerevolmente nel tempo il numero dei sacerdoti sul totale: nel 2013 gli oltre 184 mila sacerdoti rappresentavano il 44,3% del totale del gruppo ecclesiastico, mentre cinque anni più tardi erano scesi al 41,3%. Questo soprattutto a causa del forte calo dei religiosi, ridottisi relativamente di più dei diocesani”. Nell’arco temporale 2013-2018 le ordinazioni sono state complessivamente oltre 43 mila, con l’America che ha rappresentato il 28,3% del totale seguita da Africa (25,5%), Asia (25,2%), Europa (20,3%) e da Oceania (il restante 0,7%). L’obiettivo che sembrava fosse alla portata del pontificato di Bergoglio, pare per ora fallito. La Chiesa è sempre più vecchia, più debole e meno attrattiva. Le aperture al mondo di Papa Francesco non solo non hanno portato nuove vocazioni. Ma hanno visto migliaia di sacerdoti in fuga dalla Chiesa. Dati che potrebbero essere un buon punto di partenza per la prossima intervista di Papa Francesco con il suo giornalista di riferimento, Eugenio Scalfari.