Tre deputati di Forza Italia passano alla Lega: c’è anche Laura Ravetto
Un piccolo terremoto in questo momento sta scuotendo Forza Italia e il centrodestra. Tre deputati al parlamento eletti con gli azzurri hanno deciso di lasciare il partito fondato da Silvio Berlusconi per passare al gruppo della Lega.
Tra loro c’è anche Laura Ravetto, che al Cav ha legato tutta la sua storia politica e che è stata anche sottosegretaria del governo Berlusconi. Gli altri due a spostarsi sono stati Federica Zanella e Maurizio Carrara.
A motivazione della loro decisione, i tre deputati hanno emesso una nota comune di rottura con Forza Italia: “Abbiamo deciso di impegnarci in politica in tempi e modi diversi, convinti che i valori e i programmi del centrodestra siano la risposta giusta per il Paese. Ringraziamo Silvio Berlusconi per averci dato la possibilità di tradurre le nostre competenze e il nostro ‘sentire’ in azioni politiche concrete. In qualità di eletti su collegi uninominali con i voti di tutto il centrodestra tuttavia viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al governo e gli ammiccamenti con il Partito Democratico”.Coronavirus, Berlusconi: “Accogliamo appello Mattarella a collaborare”
La nota dei parlamentari prosegue: “Prendiamo atto che Forza Italia ha altresì perso quella forza propulsiva che l’aveva portata ad essere luogo di aggregazione per tutto il centrodestra e riteniamo che quel luogo di aggregazione sia oggi rappresentato dalla Lega di Matteo Salvini, che crediamo possa essere il miglior interprete di quella rivoluzione liberale i cui valori sono più che mai attuali e necessari, nonché il Partito con cui meglio portare avanti con coerenza quel programma unitario su cui abbiamo ‘messo la faccia’ in campagna elettorale, e che non vogliamo tradire”. In conclusione, Laura Ravetto, Federica Zanella e Maurizio Carrara spiegano che per questi motivi hanno deciso di spostarsi e si dicono “certi che – in tale gruppo – ci verrà data la possibilità di continuare a portare avanti al meglio le battaglie politiche in cui abbiamo sempre creduto e che ci hanno caratterizzati in aula e sui territori”.
La separazione e il relativo passaggio arrivano dopo una settimana di tensioni, nate dopo l’insinuazione di un possibile inciucio tra governo e FI da parte della Lega. Intervenuto sul decreto “salva editoria”, che riguarda da vicino la querelle Mediaset-Vivendi, e sull’apertura al dialogo con il governo da parte del Cav, il leader della Lega è stato chiaro: “Berlusconi lo sento più volte a settimana. Non voglio pensare a inciuci sulla pelle degli italiani. Non penso proprio che Berlusconi abbia questo in essere”. In queste ore è arrivata la replica di Forza Italia per mano del suo numero due, Antonio Tajani: “Forza Italia è e rimarrà all’opposizione. Non è un inciucio cercare di far approvare proposte concrete per tutelare lavoratori, imprese, famiglie e liberi professionisti. E garantire la salute degli italiani utilizzando i 37 mld del Mes. Si tratta soltanto di buon senso e di senso di responsabilità per tutelare i diritti dei cittadini”. Una linea condivisa anche dal senatore Maurizio Gasparri e dagli altri esponenti di Forza Italia.
A intervenire in maniera ancora più dura è Andrea Cangini, senatore di Forza Italia e portavoce di Voce libera: “Eravamo in pena, possibile che nessuno abbia ancora pronunciato l’insana parola? Ci aspettavamo lo avrebbe fatto Marco Travaglio, che così intitolò un suo alato libro, l’ha fatto invece Matteo Salvini: ‘inciucio’! Ecco, ora siamo a posto. Il presunto leader di una presunta alleanza accusa l’alleato di intelligenza col nemico. Perché è questo che Matteo Salvini intende per inciucio. Silvio Berlusconi starebbe ‘inciuciando’ con il governo perchè si è detto disponibile a votare lo scostamento di bilancio (come già due volte è stato fatto sia da Forza Italia sia dalla Lega) purchè quelle risorse siano impiegate per sostenere le partite Iva e far crescere l’economia. Era un inciucio quello che spinse Dc e Pci a collaborare per la ricostruzione nel dopoguerra? Era un inciucio quello che negli anni Settanta consentì ai partiti dell’intero “arco costituzionale” di fronteggiare il terrorismo? “. Andrea Cangini nel suo intervento porta diversi esempi di apertura al dialogo da parte di schieramenti opposti nella storia del Paese, nel tentativo di risollevarne le sorti: “Era solo politica, cioè mediazione. Una mediazione esercitata nell’interesse generale in un momento di massima crisi nazionale. C’è chi alla politica preferisce la propaganda. C’è chi si sforza di salvare il salvabile e chi gioca al tanto peggio tanto meglio. C’è chi, andato al governo con i grillini, accusa oggi di inciucio chi è rimasto, e rimarrà, all’opposizione. Non è stato Marco Travaglio, è stato Matteo Salvini”.
Laura Ravetto qualche giorno fa è intervenuta nel programma Agorà su Rai3, e rispondendo alla domanda di Luisella Costamagna sullo scostamento di bilancio rispose: “Dalle parole del Presidente Berlusconi sembra si voglia andar lì. Io le dico quello che penso. Io spero però che non sia l’ennesima volta che portiamo acqua al mulino senza esser coinvolti nelle decisioni”.