Prodi: “Servono il MES e i risparmi degli italiani per salvare il Paese”
E’ tornato alla carica Romano Prodi, noto europeista convinto, che nell’editoriale de il Messaggero, ha esposto il suo personale pensiero riguardo alla crisi sanitaria ed economica in cui versa l’Italia ai tempi del Coronavirus, e ha consigliato di accettare il MES e di ripartire dal risparmio privato italiano per la crescita economica.
“Adesso basta: dobbiamo fare di tutto per rimetterci in cammino prima degli altri“. E per farlo “la prima condizione per la ripresa – dice – è di non fare fesserie. Accettiamo quindi i 36 miliardi di credito che vengono dall’Unione europea con il Mes. Arrivano senza condizioni e tassi vicino allo zero“.
Adesso che la UE è in discussione come organismo, con gli aiuti ai cittadini degli Stati Membri che ancora non sono arrivati a molti mesi dall’esplosione della pandemia, il pensiero di Prodi fa inevitabilmente discutere. Ma questo non è l’unica cosa che ha provocato polemiche. Secondo l’ex primo ministro bisognerebbe anche attingere dai risparmi degli italiani per risollevare l’economia, risorse molte volte superiori all’attuale manovra economica di 50 miliardi messa in campo dal governo. Lo riporta BlastingNews.
Riferendosi al risparmio degli italiani dichiara: “Giacciono in banca quasi 1.800 miliardi di liquidi, denaro da mettere in circolo“. In pratica, per Prodi gli italiani vantano un risparmio di 1.800 miliardi che sono depositati negli istituti di credito, e bisognerebbe mettere in circolo buona parte di questo denaro. Una cifra enorme, se si pensa che il decreto Rilancio del governo, vale 55 miliardi. Sostanzialmente invita gli italiani a spendere buona parte dei propri risparmi per salvare la nazione.
L’ex premier Prodi considera il risparmio degli italiani una risorsa a cui attingere. «Giacciono in banca quasi 1.800 miliardi di liquidi e le famiglie hanno speso, in questi mesi di isolamento, venti miliardi in meno. Questo denaro deve essere messo in circolo con tutta la velocità possibile, accelerando e incentivando la spesa dei consumatori».