Nizza, Capuozzo: “Basta ipocrisie. Sui barconi non c’è chi fugge dalla guerra. E non è il gesto di un folle”
L’odio da solo non basta a spiegare la tragedia di Nizza. Toni Capuozzo dai suoi canali social si sfoga in un lungo post da leggere con attenzione. Giornalista di razza, inviato di guerra (quelle vere), conduttore e scrittore, fa fuori in poche righe il buonismo inutile ed ottuso di chi si ostina a non capire che di fronte a due mondi distinti e distanti occorre fare una salto di qualità nel modo di pensare. “C’è un dettaglio, nella fotografia che mi è giunta, impubblicabile e insopportabile”, scrive Capuozzo. “La foto è quella della donna decapitata nella cattedrale di Nizza”.
Nizza, Capuozzo: “Il dettaglio che fa riflettere”
“Non sappiamo come questa donna sia stata scelta, come sia stata presa o inseguita, come sia finita ai piedi di quella colonna”. Ai piedi di un’acquasantiera con su scritto “mascherina obbligatoria”.
Nizza, la ferocia che serve per decapitare una persona
“Possiamo solo immaginare una cosa, e notare un dettaglio. Quello che possiamo e non vogliamo immaginare è la forza e la ferocia che occorrono per sgozzare una persona fino a decapitarla. Ci vuole l’esperienza dello sgozzamento di ovini, per ragioni di sacrificio o alimentari. L’odio, da sé, non basta: è sufficiente per attivare una bomba, per decapitare ci vuole molto impegno. Il dettaglio è stretto nella mano sinistra della donna: la mascherina. La mascherina nera che si dev’essere tolta per urlare, per respirare, e che le è rimasta in mano”.
Capuozzo: “Ci sono due mondi distanti”
Ecco spiega Capuozzo, “quella mascherina sembra l’ultimo appiglio di normalità, della nostra normale quotidianità, il dettaglio che racconta di due mondi distanti. Noi siamo alle prese con qualcosa che sta cambiando le nostre vite”, scrive in riferimento alla nostra guerra contro il virus: una lotta fatta di paura, di sfida, “ce la prendiamo con il destino o con il governo”, perché questo è il “nostro mondo”: i governi, le elezioni regionali o presidenziali USA, le baruffe tra gli esperti”. “E invece c’è qualcuno che vive in un altro mondo, che si sente minacciato, insidiato e offeso e appassionato da altro. Facciamo così fatica a comprenderlo e anche solo a immaginarlo che ci mettiamo al riparo delle parole: gesto folle, problemi psichici, disturbi” Basta ipocrisie. Siamo persino disposti ad incolparci di quanto accaduto in Francia: “ci scappa detto che chi è causa del suo male pianga se stesso; e Charlie Hebdo se l’è cercata, e quel professore che si ostinava a insegnare la libertà se l’è cercata. E i fedeli di Nizza sono gli innocenti finiti in mezzo”.
Capuozzo: “Basta fare i buoni samaritani del pianeta”
Oppure reagiamo con altre ipocrisie, “ci gettiamo a capofitto sulle polemiche dello sbarco a Lampedusa, del soggiorno a Bari, delle ingiunzioni ridicole di espulsione, nelle quali siamo i primi a non credere. Non voglio ripetere ciò che ho detto fino allo sfinimento, nelle mie battaglie perse, e cioè che sui barconi non c’è chi scappa dalla guerra. Perché so che così ci piace e ci conviene credere, perché coincide con una visione del mondo, consente un po’ di ipocrisia; e ci illude di essere i buoni samaritani del pianeta, raccolta dei pomodori inclusa”.
E’ ovvio che la percentuale di fondamentalisti è infima parte di chi arriva in Europa, per fortuna. Ma c’è un meccanismo più diffuso e meno evidente: che cos’è che ti porta in Europa e ti autorizza a decidere cosa l’Europa debba essere, nella sua libertà di stampa, o di insegnamento, o di fede ? Cos’ è questo suprematismo culturale, che ti autorizza a dispensare giudizi e sentenze morali ? Siamo solo un salario, un reddito, un’opportunità, un’assistenza, la promessa di un diritto e nessun valore ? Per quelli come il decapitatore di Nizza, il suprematista islamico noi italiani siamo solo terra di passaggio”. Ecco, quella mascherina stretta nella mano sinistra, -chiosa Capuozzo- ha la tenerezza di un dettaglio di umanità. Per chi la vuole cogliere.