Giorgia Meloni a Conte: “Patti chiari, con Mattarella garante. Voto subito a emergenza finita”
Anche Giorgia Meloni avverte Giuseppe Conte: se collaborazione con l’opposizione deve essere, causa situazione drammatica, lo sarà a precise condizioni. Intervistata dal Corriere della Sera, la leader di Fratelli d’Italia precisa: “Servono patti chiari. Molto chiari”. “Nel caso si immaginasse di volerci trascinare nel loro fallimento pongo tre condizioni. Regole di ingaggio trasparenti, chi fa cosa e come. Il governo deve ammettere che l’efficacia della propria azione è stata nulla e abolire i provvedimenti sbagliati”. Terzo punto, quello politicamente più rilevante: “Va stabilito fin d’ora, con garanzia del capo dello Stato, che appena usciti dall’immediata emergenza si torna a votare”. Certo, difficile chiarire cosa sia la “emergenza finita”, visto che la curva del contagio non verrà azzerata nei prossimi mesi, ma nel migliore dei casi solo “tenuta sotto controllo”, come ammesso da Conte in conferenza stampa. Possibile andare a votare di nuovo con l’epidemia ancora attiva, anche se contenuta?
Di sicuro, però, chiarisce la Meloni, il governo non può andare avanti perché ha sbagliato tutto, a partire dalla chiusura di bar e ristoranti alle 18: “Da otto mesi navigano a vista, con il premier Conte che fa Dpcm ogni 4 giorni ben attento ad apparire in tivù nel weekend per parlare agli italiani nel prime time , ora scaricano su intere filiere produttive le loro responsabilità, senza portare alcuna evidenza scientifica sulle responsabilità del contagio da parte di quei settori”. Capitolo “ristori”: “Finché non sappiamo le cifre parliamo del nulla. Il ristoro deve essere totale. E deve prevedere anche il risarcimento per chiunque abbia speso soldi, tanti, per adeguarsi ai protocolli richiesti che ora vengono considerati inadeguati. Siamo pronti a organizzare un presidio permanente davanti a Palazzo Chigi per ascoltare le ragioni di chi sta perdendo tutto, tre parlamentari di FdI che sono anche ristoratori sono pronti allo sciopero della fame finché non sarà chiaro quanti soldi vanno a chi”. Non ci sono, tuona la Meloni, attività “sacrificabili”, come detto da Conte. “Parole terribili, chi vive con quelle attività non può ‘sacrificare’ proprio nulla”.