Le proteste di Napoli infiltrate dai fascisti? Ma se in piazza c’erano i centri sociali…
Non accennano a placarsi le proteste a Napoli, scatenatesi a seguito del rigido coprifuoco annunciato dal governatore Vincenzo De Luca in tutta la regione. Dopo i cortei di venerdì sera anche ieri la città era in ebollizione, con cortei e presidi in varie zone del capoluogo. Manifestazioni principalmente pacifiche anche se non sono mancati, così come due giorni fa, i momenti di tensione.
“Infiltrati” fascisti e camorra: non sanno più cosa inventarsi
Proprio gli episodi di violenza hanno scatenato la “caccia” da social. Fra i primi ad aprire le danze Marco Bentivogli, ex segretario generale della Cisl, che su twitter parla di “un’operazione organizzata da fascisti e camorra”, esortando a leggere “il comunicato di CasaPound”. A dargli manforte è subito intervenuta Laura Boldrini, che sempre via twitter denuncia “gli impresari del malessere sociale” per chiedere poi l’immancabile scioglimento delle organizzazioni fasciste. Per restare sulla popolare piattaforma, poteva mancare David Parenzo? Ovviamente no, eccolo: “Gli scontri puzzano di camorra altro che proteste contro il lockdown!”
Peccato che, in ordine: CasaPound non abbia emesso alcuna nota, né si abbia alcuna evidenza, anche solo parziale, di queste presunte infiltrazioni camorristiche. Non si capirebbe, d’altra parte, per quale motivo le organizzazioni mafiose dovrebbero guidare le proteste se, fra usura e appalti milionari, le loro attività pare abbiano tratto dal lockdown nuova linfa.
A Napoli in piazza c’erano i centri sociali
Al contrario, è invece dimostrata la presenza dei centri sociali antifascisti, che degli scontri con le forze dell’ordine e del “riot” fine a sé stesso fanno spesso la cifra della propria esistenza. Non sono infatti mancati venerdì, nelle vie di Napoli – in cortei che ripetiamo: per la maggiore sono stati forse rumorosi ma assolutamente pacifici – manifestanti con il pugno chiuso alzato, mentre dalle pagine ufficiali dei centri sociali partenopei si rivendicava l’aver partecipato alle proteste. Ieri, in piazza, sono poi scesi i Cobas e i Carc, insieme ad antagonisti “Antifa” venuti sin dalla Germania a dare man forte. Ma di questi, dai paladini del politicamente corretto, non sentirete mai parlare.
Nicola Mattei