La rivolta delle vongole: i pescatori assediano la Bellanova, distratta dalle sanatorie dei migranti

La moria delle vongole ‘Chamelea Gallina’ nel tratto di mare tra Cesenatico e Ravenna mette in seria difficoltà i pescatori romagnoli. Per far fronte all’emergenza, l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca dell’Emilia-Romagna, Alessio Mammi ha scritto alla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova per chiedere l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale per la pesca e l’acquacoltura. Identica iniziativa era stata presa nei giorni scorsi dalla Lega.

Alla Bellanova si chiede di profondere lo stesso impegno messo in campo per attivare le sanatorie per i lavoratori migranti impegnati nei campi agricoli, operazione peraltro coronata da un sostanziale fallimento.

Le cause della morte? Carenza di ossigeno nelle acque dell’Adriatico

“Siamo al fianco dei nostri pescatori, il nostro impegno per uscire da questa emergenza è massimo, ma non basta, abbiamo bisogno di attingere ai fondi nazionali – spiega l’assessore Mammi -. Siamo di fronte a un fenomeno di portata eccezionale e disastrosa, che ha riflessi e impatti negativi sociali ed economici sull’intero comparto, già messo alla prova dai precedenti eventi di morie ‘a macchia di leopardo’ degli ultimi tre anni e anche dalla generale difficoltà economica causate dalla persistenza della pandemia da Covid-19”.

Secondo gli studi condotti dalla struttura oceanografica Daphne, la moria delle vongole è causata da anossia, carenza di ossigeno, nell’Adriatico che ha creato condizioni non idonee alla vita degli organismi, causando l’allontanamento dalle zone critiche alla ricerca di condizioni migliori e in alcuni casi anche la morte e lo spiaggiamento di pesci. Una situazione che tuttavia non deriva da apporti di sostanze inquinanti nelle acque del mare, ma è conseguenza di eventi eutrofici che si verificano periodicamente lungo la costa emiliano-romagnola, anche se questa condizione mostra un trend in miglioramento negli ultimi anni.

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