Conte smantella i decreti Sicurezza: via libera alle Ong e benvenuti clandestini
Roma, 6 ott – Giuseppe Conte smantella i decreti Sicurezza dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, come su richiesta della sinistra. Dopo una trattativa in Consiglio dei ministri tra Pd e LeU – gli immigrazionisti – da una parte e Movimento 5 Stelle – cofirmatario dei dl Salvini nel governo gialloverde – dall’altra, è arrivato il via libera al testo proposto dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Alla fine Conte ci è riuscito. Eliminata quindi la stretta sulle Ong, respingimenti all’acqua di rose e allungati i tempi di permanenza dei richiedenti asilo all’interno dei centri di prima accoglienza. Così il governo giallofucsia alimenta il traffico di clandestini e il business dell’accoglienza, la cui lunga filiera tornerà agli antichi splendori – si fa per dire.
Via libera alle Ong e all’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo
Il nuovo decreto sicurezza è composto da 12 articoli e modifica quelli firmati da Salvini. Tra le modifiche principali, la reintroduzione del rispetto degli “obblighi costituzionali e internazionali dello Stato in materia di rifiuto o revoca del permesso di soggiorno” e il passaggio dall’ammenda amministrativa, che arrivava fino a un milione per chi avesse recuperato i clandestini in mare, alla multa compresa tra 10 e 50mila euro applicabile solo al termine di regolare processo penale. Spariscono, come abbiamo detto, le multe milionarie alle navi Ong, che non verranno più confiscate. Previste delle sanzioni di entità totalmente ridotta, con il carcere fino a 2 anni per gli attivisti che non si coordinano con le autorità marittime dei Paesi di bandiera e con quelle che intervengono durante i soccorsi. Altra novità, tutti i divieti e le limitazioni tornano di competenza del ministero delle Infrastrutture e non saranno più del Viminale. Un altro incentivo al business dell’accoglienza, la permanenza nei Centri di prima accoglienza passa da 90 a 180 giorni, prorogabili di altri 30 giorni nel caso in cui l’immigrato sia un cittadino proveniente da un Paese con accordo di riammissione. I richiedenti asilo potranno inoltre iscriversi all’anagrafe e convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro, oltre che ottenere una carta di identità valida per tre anni.
Respingimenti ed espulsioni edulcorati
Torna pure la protezione umanitaria denominata “protezione speciale” e viene reintrodotto il divieto di respingimento ed espulsione in Stati che violano i diritti umani. “Non sono ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti – si legge nel testo – Nella valutazione di tali motivi si tiene conto anche dell’esistenza, in tale Stato, di violazioni sistematiche e gravi di diritti umani”. “Non sono altresì ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato – prosegue ancora il testo – qualora esistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, a meno che esso non sia necessario per ragioni di sicurezza nazionale ovvero di ordine e sicurezza pubblica”.
Un nuovo sistema di accoglienza
Viene inoltre creato un nuovo “Sistema di accoglienza e integrazione”. Le attività di prima assistenza continueranno ad essere svolte nei centri governativi ordinari e straordinari. Successivamente, il Sistema si articolerà in due livelli di prestazioni: il primo dedicato ai richiedenti protezione internazionale, il secondo a coloro che ne sono già titolari, con servizi aggiuntivi finalizzati all’integrazione. Insomma, il messaggio che arriva a chi sbarca è che una volta in Italia sarà davvero improbabile essere cacciati.
Le novità introdotte da Bonafede
Tra le novità introdotte dal nuovo decreto Sicurezza, c’è una norma proposta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che prevede il reato per chi introduce in carcere un cellulare a un detenuto. La sanzione va da 1 a 4 anni, sia per chi lo riceve che per chi lo porta. Prima era un illecito disciplinare sanzionato all’interno del carcere. Nel testo sono previste pene più severe per chi agevola il detenuto al 41bis: si passa da 1 a 4 anni al da 2 a 6 anni. Nei casi di ipotesi aggravata, ossia se il reato è commesso da un pubblico ufficiale, un incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense, il reato da 2 a 5 passa da 3 a 7 anni.
Arriva il Daspo per la movida violenta
Infine, altre due novità: il Daspo urbano che viene applicato anche per la movida violenta e la norma per contrastare la vendita di droga online. La prima misura è un divieto di accesso ai locali di intrattenimento e ai pubblici esercizi per chi si è già distinto per episodi di violenza negli ultimi tre anni. Divieto che potrà essere imposto dal questore. Per i violenti che non rispetteranno il Daspo è prevista la reclusione che sale fino a due anni e una multa da 8 mila a 20 mila euro. La norma per contrastare la vendita di droghe tramite i siti web dispone che – come già previsto per la pedopornografia online – la polizia postale tenga un elenco costantemente aggiornato dei siti web che sulla base di elementi oggettivi risultano utilizzati per reati legati al traffico online degli stupefacenti. Per questi siti si chiederà ai provider l’oscuramento e – in caso di mancato intervento del gestore entro 7 giorni – sono previste sanzioni da 50 mila a 250 mila euro.
La sinistra festeggia
“Approvato ora in Consiglio dei ministri il decreto Immigrazione. I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista”, esulta il segretario del Pd Nicola Zingaretti su Twitter. Il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova, capodelegazione di Italia Viva, dalla forte vocazione immigrazionista, è soddisfatta per aver messo fine “all’inciviltà dei decreti sicurezza di Matteo Salvini ripristinando condizioni di civiltà giuridica e giustizia sociale”. “Chiudiamo una pagina buia che aveva rigettato nell’ombra e nell’invisibilità migliaia di uomini e donne trasformati da una norma sbagliata e malvagia in clandestini e privati”, conclude la Bellanova. Festeggia anche Giuseppe Provenzano, ministro dem per il Sud: “Stasera in Italia cade un muro. Ci abbiamo messo un po’ ma ora i cosiddetti decreti sicurezza di Salvini non esistono più. Anche le parole tornano al loro posto: migrazioni, protezione, accoglienza, legalità. Avanti ancora, verso un Paese con più diritti e più umanità”, scrive su Twitter.
Adolfo Spezzaferro