Papa Francesco, Fratelli Tutti: “La tradizione cristiana non riconosce il diritto alla proprietà privata come assoluto”
Un intervento destinato a far discutere, quello di Papa Francesco nella sua ultima enciclica, Fratelli Tutti, considerata una summa dei suoi sette anni e mezzo di pontificato, anticipata già sabato da alcuni blog cattolici tradizionalisti. In particolare, un passaggio relativo alla “proprietà”. Bergoglio infatti scrive che “la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata”. Insomma, il Pontefice “comunista” – così come è stato più volte tacciato di essere dagli ambienti ostili – mette in discussione la prorpietà privata. Parole, come detto, che faranno discutere.
Dunque, Papa Francesco si spende in alcuni riferimenti alla pandemia da coronavirus: “E’ difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtà, pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciò che esiste. Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino. E neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. E’ la realtà stessa che geme e si ribella. Viene alla mente il celebre verso del poeta Virgilio che evoca le lacrimevoli vicende umane”, sottolinea il Pontefice.
E ancora, critiche implicite al sovranismo e alla cultura dei muri: “Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal progresso tecnologico. Riappare la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perché gli manca questa alterità”, conclude il Pontefice.