Golpe finanziario, torna “la manina”. La mossa sporca: chi ha scommesso sul tracollo italiano
Torna la febbre dello spread e l’incubo del golpe finanziario sull’Italia. “Se prosegue così il 2011 sarà ricordato come un pic nic”, è la frase, ironica e terrificante, che circola tra gli addetti ai lavori secondo quanto riporta Stefano Feltri sul Fatto quotidiano. Gli indizi del blitz si stanno moltiplicando, e non è solo la crisi della Lira turca a condizionare i mercati. C’è lo spread in rapido aumento, il timore del downgrade del rating previsto per settembre, la paura per la tenuta dei conti. Una manna per gli speculatori, che come sempre in questi casi sono pronti a scommettere al ribasso e fare fortuna sulle macerie di un Paese.
L’allarme l’ha lanciato per primo Giancarlo Giorgetti, intervistato da Libero, seguito a ruota da Luigi Di Maio, Armando Siri, Claudio Borghi. In ballo c’è anche la tenuta dell’eurozona e l’ipotesi di una uscita dall’euro, smentita da tutti eppure affacciata minacciosamente. Indizi, si diceva. Uno, pesantissimo, è tra le poche cose certe di questi giorni oscuri: “Il fondo inglese Brevan Howard – scrive Feltri – è di nuovo il più schierato con posizioni ribassiste, cioè con scommesse sulla fuga dal debito italiano. Come a maggio, quando si è trovato pronto ad approfittare del panico seguito alla fuga di notizie sulla bozza di contratto Lega-M5S che prevedeva l’ipotesi dell’uscita dall’euro”. Era sua la manina che innescò la prima tempesta dello spread, scatenando per qualche giorno il caos in una Italia senza governo certo. Ora il governo c’è, ma potrebbe non essere in grado di reggere l’urto degli avvoltoi.