Pd e M5S danno 4 milioni alle associazioni Lgbt approfittando del Covid. E se ne vantano pure


Approfittare dell’emergenza Covid per elargire milioni di euro alle associazioni Lgbt. La maggioranza giallo-rossa ci sta provando da tempo e ora sembra esserci riuscita. Ieri sera, al Senato, è stato approvato un emendamento al Decreto Agosto che prevede lo stanziamento di 4 milioni di euro per i centri anti discriminazione. L’emendamento è, di fatto, un pezzo della controversa legge Zan sull’omofobia, meglio nota come “legge bavaglio” per l’impianto fortemente censorio.

Zan: “Una parte della mia legge inserita del Dl Agosto”

A spiegare che di questo si tratta è stato lo stesso deputato del Pd che è promotore della legge, Alessandro Zan. “La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento al decreto Agosto che finanzia i centri anti discriminazione e le case rifugio per le vittime di omotransfobia con 4 milioni di euro all’anno. È una parte della legge contro l’omotransfobia e la misoginia quindi già approvata, che abbiamo voluto mettere in sicurezza emendando il decreto Agosto”. “È un’ottima notizia perché – ha aggiunto Zan – possiamo dare risposte proprio alle persone più fragili e vulnerabili. Ora avanti verso il 20 ottobre, data in cui continuerà l’iter di approvazione alla Camera della legge, per approvarla entro il mese corrente”. È stato poi il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, ad augurarsi che “poi i fondi siano incrementati“, rivendicando però la maternità dell’emendamento alla senatrice del M5S, Alessandra Maiorino.

Il Pd e il bottino per le associazioni Lgbt

La sinistra sta tentando il “colpaccio” ormai da un po’. Già a luglio, infatti, il Consigliere alla Corte di Cassazione e vicepresidente del Centro studi Livatino, Alfredo Mantovano, aveva smascherato lo stesso identico giochetto in relazione al dl Rilancio, ovvero un altro provvedimento la cui finalità doveva essere – come da nome – rilanciare l’economia del Paese e sostenere gli italiani messi in difficoltà dall’emergenza Covid. Doveva, salvo poi trasformarsi nel luogo in cui pagare prebende o elargire mancette alle associazioni “amiche”. Un giochetto che, tra l’altro, come sottolineò Mantovano, “è una presa in giro” del Parlamento, al quale si chiede di discutere una legge – la legge Zan – mentre se ne fanno approvare parti all’interno di altri provvedimenti. Magari perché già si sa che quella legge è così controversa che non passerà e si vuole comunque portare a casa il “bottino”.

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