Bassetti stronca l’ipotesi del governo: “La mascherina all’aperto rischia di fare danni, ecco perché”
Dopo il provvedimento annunciato stamani dal governatore del Lazio nonché segretario Pd, Nicola Zingaretti, il governo sta prendendo in forte considerazione l’ipotesi di estendere l’obbligo di mascherina all’aperto a tutto il territorio nazionale. Sulla questione è intervenuto poco fa anche l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, stroncando senza mezzi termini l’ipotesi ventilata dall’esecutivo giallofucsia: “Non ha razionale scientifico. Ieri c’e’ stato un incremento dei casi ma la percentuale rispetto ai tamponi e’ del 2,11%, non mi pare ci sia stato un aumento significativo”, ha dichiarato Bassetti.”Se si vuole ricordare alla gente che è importante – ha specificato l’infettivologo – può avere un senso, ma non ci sono fondamenti scientifici rispetto all’andamento epidemiologico. Secondo me con i veti si va poco lontano, bisogna puntare sul coinvolgimento della gente, sulla corretta informazione, non vorrei che questi obblighi scatenino una reazione opposta”.
Rischio reazione di rifiuto
Parole piuttosto chiare, mentre il governo si barcamena tra dichiarazioni contraddittorie e incertezze di ogni tipo. Ma Bassetti fa notare anche i rischi effettivi che si celano dietro all’imposizione dell’obbligo della mascherina all’aperto in questo preciso momento.
“Il sistema attuale andava bene, c’era senso di responsabilità, non è utile e anzi rischia di fare danni un’ulteriore coercizione perché potrebbe portare all’effetto opposto, cioè a una reazione di rifiuto“. Non solo, “un altro rischio è che si focalizzi tutto sulla mascherina, che è molto importante ma non è l’unico elemento indispensabile per evitare il contagio. Non vorrei che la gente si convincesse che indossare la mascherina conferisca una sorta di immunità, quando sappiamo che il distanziamento e l’igiene sono altrettanto importanti. Queste cose vanno spiegate, bisogna arrivare alla pancia della gente piuttosto che obbligare”.
Alessandro Della Guglia