Grande farsa Ue sui migranti: ricollocati solo 33 su 24mila
Il grafico del Viminale illustra la situazione relativa al numero degli immigrati clandestini che sono sbarcati sulle coste italiane negli ultimi tre anni.
La prima colonnina blu è relativa al 2018 e conta ben 21.112 arrivi. Quella successiva di un colore rosso acceso certifica il successo di Matteo Salvini al ministero dell’Interno: il numero degli irregolari sbarcati nel nostro Paese scende vorticosamente a 7.722. L’ultima, per uno scherzo del destino, è verde ma non verde leghista. Il Viminale è ormai gestito da Luciana Lamorgese e al governo siedono democratici, grillini e renziani. La loro gestione dei flussi migratori è a dir poco disastrosa. La terza colonnina, sebbene copra solo fino al primo ottobre, è già oltre quella relativa al 2018: si sfiorano i 24mila. Per l’esattezza: 23.726. E di questi ne sono stati ricollocati appena 33.
Che i ricollocamenti siano una farsa è ormai sotto gli occhi di tutti. Eppure a Bruxelles continuano a usare parole come “solidarietà” e “accoglienza”. Anche il nuovo Patto sulle migrazioni e l’asilo, recentemente presentato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, auspica un “allentamento della pressione migratoria sui Paesi costieri” attraverso una “solidarietà obbligatoria tra Stati membri”. Bisogna sperare che in futuro in Europa cambi qualcosa, perché sino a oggi gli Stati membri si sono dimostrati sordi al grido di allarme lanciato in continuazione dal nostro Paese. A smascherare tutto questo egoismo è stata l’eurodeputata della Lega, Silvia Sardone, presentando una interrogazione prioritaria per sapere l’esatto numero degli immigrati ricollocati quest’anno. Nei giorni scorsi, infatti, alcuni quotidiani avevano pubblicato un report del Viminale in cui si ammetteva che nessuno dei migranti sbarcati quest’anno in Italia era stato redistribuito in un altro Paese dell’Unione europea.
In realtà la cifra non è esatta. Ma non di molto. “Ad oggi 335 richiedenti sono stati trasferiti dall’Italia in altri Stati membri, compresi 302 provenineti da sbarchi che hanno avuto luogo nel 2019, e 33 da sbarchi che hanno avuto luogo nel 2020”, ha spiegato Ylva Johansson, da quest’anno commissario agli Affari interni della commissione von der Leyen. Trentatré, dunque. Una cifra a dir poco umiliante per il nostro Paese che da sempre è il primo porto di sbarco della stragrande maggioranza dei disperati che partono dalle coste del Nord Africa. Ma non solo. Perché i 23.726 arrivati dall’inizio dell’anno non tengono conto degli “sbarchi fantasma” e della rotta che passa lungo il confine del Friuli Venezia Giulia. “In tale contesto – lamenta la Sardone – risulta assurdo che non ci sia alcuna solidarietà da altri Paesi europei, anche in considerazione dell’emergenza coronavirus”.
Ora possiamo sperare che nei prossimi mesi l’Unione europea compia uno sforzo maggiore. 544 immigrati sono attualmente in attesa di essere trasferiti dall’Italia. “Per 433 dei suddetti richiedenti il processo di ricollocazione è stato sospeso nel marzo del 2020 a causa delle restrizioni connesse al Covid-19 ed è stato ripreso nel giugno 2020, quando sono state revocate le restrizioni le restrizioni”, ha spiegato la Johansson. “Per gli altri 111, sbarcati dal giugno 2020, sono state recentemente disposte le ricollocazioni”. C’è da dire che 544 su 23.726 non sono granché. Ma sono sicuramente meglio di 33. Sono numeri francamente ridicoli, che confermano il fallimento delle politiche dell’Unione europea e del governo italiano sull’immigrazione”, ha commentato la Sardone. Ai disastri di Bruxelles si sommano i colpevoli silenzi dei giallorossi. Il tutto mentre Salvini si appresta ad andare a processo per aver cercato di combattere l’immigrazione clandestina e i trafficanti di esseri umani. “Non si può più tollerare una situazione di questo tipo”. Una situazione che rischia solo di peggiorare ora che il premier Giuseppe Conte ha dato il via libera a spianare i decreti Sicurezza. Insieme alla finta riforma del Trattato di Dublino, si prepara la strada per l’ennesimo disastro che renderà il nostro Paese sempre più il campo profughi d’Europa.
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