Mike Pompeo avverte Conte: «Pechino ha scopi strategici in Italia». E sulla Cina è scontro col Vaticano
Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, è arrivato a Roma e ha avuto un incontro di circa un’ora con il premier Giuseppe Conte e poi ha incontrato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Tanti i dossier sul tavolo, dalla lotta alla pandemia di coronavirus alla Libia, ma in primissimo piano c’è la partita del 5G che tanto sta a cuore all’amministrazione Usa. Questa mattina il segretario di Stato Usa ha preso parte ad un convegno sulla libertà religiosa organizzato all’hotel Excelsior dall’ambasciata Usa presso la Santa Sede. In quest’occasione ha incontrato il responsabile vaticano dei Rapporti con gli Stati, monsignor Richard Gallagher, prima di un colloquio giovedì con il segretario di Stato Pietro Parolin.
Mike Pompeo lancia l’allarme sulla Cina
Gli Stati Uniti sono “preoccupati” dal fatto che il «Partito Comunista cinese sta cercando di sfruttare la propria presenza economica in Italia per seguire i propri scopi strategici». Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano nel corso di una conferenza stampa con Di Maio. «I cinesi non sono qui per fare partenariati sinceri di reciproco beneficio», ha spiegato il capo della diplomazia americana. E poi ancora: «Gli Stati Uniti fanno appello al governo italiano a considerare in maniera attenta la sicurezza nazionale. E la riservatezza dei dati dei propri cittadini». Alla luce delle attività delle «società tecnologiche che fanno parte dello stato di sorveglianza del partito comunista cinese».
Pompeo sui rapporti tra Cina e Vaticano
È scontro col Vaticano. Pompeo, chiede a papa Francesco di dare prova di “coraggio” nel combattere le persecuzioni religiose. In particolare nei confronti della Cina con la quale il Vaticano è sul punto di rinnovare un accordo sulla nomina dei vescovi. Lo ha detto in presenza dell’arcivescovo Paul Gallagher. «In nessun luogo – ha detto ancora – la libertà religiosa è sotto attacco più che in Cina. Questo perché, come tutti regimi comunisti, il Partito comunista cinese si considera l’autorità morale ultima. Un Pcc sempre più repressivo. Spaventato dalla sua stessa mancanza di legittimità democratica, funziona giorno e notte per spegnere la lampada della libertà… Soprattutto la libertà religiosa, su una scala orribile».
La difesa della libertà religiosa
Nella difesa della libertà religiosa in Paesi come la Cina, i governi nazionali “sono limitati dalle ragioni della politica” che li può spingere a fare “compromessi”. Ma la Chiesa invece non è legata a queste considerazioni, non “deve compromettere standard di principio, basati su verità eterne”. Ha detto intervenendo al Simposio organizzato a Roma dall’ambasciata Usa.
Nei giorni scorsi su Twitter ha rilanciato il duro editoriale che ha scritto su un giornale religioso in cui si afferma che la Santa Sede “metterebbe a rischio la sua autorità morale” se rinnovasse l’accordo” raggiunto due anni fa “con il partito comunista cinese, sperando di aiutare i cattolici cinesi”. «Ma per quanto le nazioni possano fare alla fine i nostri sforzi sono limitati dalla realtà della politica mondiale – ha continuato – gli Stati possono a volte fare compromessi per far avanzare buoni fini, i leader vanno e vengono e le priorità cambiano».
Mike Pompeo cita Giovanni Paolo II
E ha ricordato: «I cattolici non sono stati risparmiati dall’ondata di repressione del regime cinese” contro le comunità religiose. «Chiese ed altari cattolici sono stati dissacrati e distrutti e vescovi cattolici, come Augustine Cui Tai, sono stati arrestati». Nel suo discorso Pompeo ha citato molte volte Papa Wojtyla, ed ha ricordato anche la canonizzazione, «venti anni fa proprio in questi giorni di 83 credenti cinesi e 39 missionari europei uccisi». Il segretario di Stato ha poi fatto riferimento al fatto che Papa Francesco ha esortato la Chiesa ad essere «in uno stato permanente missionario».
La reazione del Vaticano
Il cardinale Parolin dà voce alla “sorpresa” per le parole di Pompeo sulla Cina. «Irritazione non direi. Sorpresa sì per questa uscita che non ci aspettavamo anche se conosciamo bene da molto tempo la posizione di Trump e del segretario Pompeo in particolare».
«Sorpresa – ha spiegato – perché era già in previsione una visita a Roma in cui Pompeo avrebbe incontrato dei vertici della Santa Sede. Ci sembrava quella la sede più opportuna e più adatta per parlare di queste cose. E lo faremo: ci incontreremo e ci sarà modo di confrontarci su queste tematiche».
«Il Papa non incontrerà Pompeo»
C’è un tentativo di strumentalizzare il Papa nella partecipazione di Mike Pompeo a un simposio sulla libertà religiosa in Vaticano durante la campagna elettorale degli Stati Uniti? La domanda è stata posta al il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher. «Beh, Sì. È una delle ragioni per cui il Papa non lo riceve».