Dalmine, approvata la mozione sulla dichiarazione di anticomunismo. Anpi e Pd impazziscono
Da oggi per affittare spazi pubblici a Dalmine ci si dovrà dichiarare anticomunisti e contro i radicalismi religiosi. E’ passata ieri sera con i voti compatti della maggioranza a trazione centrodestra la mozione proposta dai gruppi consiliari Noi siamo Dalmine, Lega Salvini Lombardia e Dalmine – Insieme si può, che integrava la delibera varata dal Consiglio comunale di Dalmine nel dicembre del 2017, sotto l’amministrazione guidata da Lorella Alessio in forza al Partito democratico. Allora si parlava solo di «rispetto dei valori antifascisti sanciti dall’ordinamento repubblicano». Da martedì 29 settembre si aggiungono anche l’anticomunismo e l’opposizione ai radicalismi religiosi.
Ulula l’Anpi orobica, che definisce la mozione come «un documento impegna il sindaco a violare la Costituzione sulla quale ha giurato al momento dell’insediamento». Fa eco all’Associazione partigiani il Pd locale, per il quale «non soltanto è incongruo, ma anche illegittimo» sancire ulteriori limiti all’utilizzo di spazi. «Questa mozione, che inquina il dibattito politico, sarà impugnata in tutte le opportune sedi per evitare che il regolamento di polizia urbana possa ingiustamente privare le forze democratiche del territorio – leggi: i vari amichetti dei centri sociali – così come i singoli cittadini dalminesi, della possibilità di usufruire dello spazio pubblico. La possibilità di autorizzarne l’utilizzo nel rispetto della Costituzione trova piena legittimazione nel nostro ordinamento, ma una previsione che si estende ad altre condizioni come ad esempio alla cultura comunista non trova nessun riscontro in alcuna fonte normativa», spiegano.Pronta la risposta del centrodestra dalminese, evidenziando che la mozione si basa su di una risoluzione del Parlamento europeo del 2019 che «equipara nazismo, fascismo e comunismo. I regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni causando, nel XX secolo, perdite umane e di libertà di una portata inaudita». Ma il Pd rimanda al mittente la puntualizzazione definendola «sconcertante. La risoluzione in nessun passaggio “equiparava nazismo, fascismo e comunismo”, bensì “condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari”. Peraltro, segnaliamo che lo stesso Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, dichiarò, a margine dell’approvazione di quel testo, “Affiancare nazismo e comunismo è una operazione intellettualmente confusa e politicamente scorretta e, se riferita alla Seconda Guerra Mondiale, rischia di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici”».Tutto questo arrampicarsi sugli specchi delle cavissolità ha infastidito il sindaco Bramani, che in prima battuta non ha apprezzato il gallinaio sollevato dalla sinistra cittadina, e ha così replicato alle critiche: «Quello che abbiamo letto sui social e su alcuni giornali è una palese strumentalizzazione di quanto contenuto in questa mozione, che altro non fa che condannare fermamente nazismo, fascismo e comunismo e radicalismi religiosi, aspetto quest’ultimo che non va sottovalutato nemmeno nella comunità dalminese. Chi fa differenze, chi strumentalizza quanto richiesto attraverso questa mozione – attacca alla fine il primo cittadino -, altro non fa che negare la storia».
Cristina Gauri