Pasquale Tridico e l’aumento di stipendio Inps: “Infangano me per colpire il governo. Perché non si indignano per il leghista Blangiardo?”
“Infangano me per colpire il governo”. Pasquale Tridico, intervistato da La Stampa, dà la sua lettura allo scoop di Repubblica sul suo aumento di stipendio da presidente dell’Inps. Un aumento di stipendio che ha indignato un po’ tutto il panorama politico, da Matteo Salvini e Giorgia Meloni (scontato) fino al Pd e al Movimento 5 Stelle (un po’ a sorpresa, visto che è stato proprio il Movimento a piazzarlo alla guida dell’Istituto di previdenza che gestisce anche la misura-simbolo grillina del reddito di cittadinanza).
L’imbarazzo è clamoroso: al di là delle cifre (da 62mila a 150mila euro), a scandalizzare è la tempistica, visto che l’aumento è avvenuto la scorsa estate, mentre l’Italia era all’acqua alla gola anche per la lentezza con cui l’Inps erogava le casse integrazione ai lavoratori rimasti a casa per la crisi legata al coronavirus. Ma Tridico la butta in politica, ribadisce di non avre alcuna intenzione di dimettersi e rilancia, tirando in ballo il collega Gian Carlo Blangiardo: “Perché se il presidente dell’Istat prende 240mila euro non si scandalizza nessuno?”. Se Tridico è “in quota M5s”, Blangiardo è stato fortemente sponsorizzato da Matteo Salvini e dalla Lega, ecco perché Tridico lo attacca. Dimenticandosi di un elemento cruciale: l’aumento di stipendio e soprattutto la retroattività, a cui giura di aver rinunciato.