Bonafede manda gli imam in cella dai fondamentalisti. Meloni: una follia ad alto rischio
La Meloni contro Bonafede: spedisce imam in cella a fare corsi ai detenuti islamici. O meglio: il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha confermato l’organizzazione di corsi per imam nelle carceri, destinati a detenuti di fede islamica. Cioè: per combattere la radicalizzazione, il Guardasigilli pensa bene di affidarsi a imam e all’Ucoii (Unione delle comunità islamiche d’Italia). Cioè a chi, da sempre, è notoriamente vicina a gruppi fondamentalisti e realtà integraliste. A loro, in nome di un accordo siglato tra Ministero via Arenula e Ucoii, spetterà la responsabilità di organizzare corsi per imam finalizzati a dare assistenza spirituale in carcere ai detenuti islamici. Che è un po’ come voler sostenere di combattere il sovrappeso rimpinzandosi di cibo…
Meloni contro Bonafede: spedisce imam in cella a fare corsi ai detenuti islamici
Insomma: invece di attuare una politica di de-radicalizzazione, il ministero di Grazia e Giustizia e il suo discusso titolare, Alfonso Bonafede, operano nella direzione opposta. Ossia, pensano di poter de-radicalizzare i radicalizzati con gli stessi radicalizzatori. Ci si perdoni l’inquietante gioco di parole, ma è proprio questa la logica che emerge dall’accordo. Un ragionamento che giustifica la stretta e rinnovata collaborazione tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) del Ministero della Giustizia e l’Ucoii (Unione delle comunità islamiche d’Italia), in merito all’assistenza spirituale da garantire a detenuti di fede islamica. Compresi molti dei quali a rischio estremizzazione. Se non già pericolosamente indottrinati. E magari condannati proprio per attività di stampo terroristico. Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, insorge contro il Guardasigilli.
Meloni contro Bonafede: il governo minimizza l’alto rischio di indottrinamento
Dunque, il governo minimizza il rischio indottrinamento dei detenuti musulmani. La denuncia arriva dai canali social di Giorgia Meloni che poco fa, da Twitter a Facebook, sulle sue pagine online ha rilevato: «Il ministro della Giustizia Bonafede ha rinnovato la possibilità all’Ucoii, associazione islamica accusata da più parti di contiguità con un’organizzazione islamista radicale come i Fratelli Musulmani, di entrare con i propri imam nelle carceri italiane per assistere i detenuti musulmani. Un accordo – prosegue la presidente di Fratelli d’Italia – che desta più di qualche perplessità. Perché l’Ucoii non è un soggetto ufficialmente riconosciuto dallo Stato italiano. Non rappresenta la composita comunità islamica nella sua totalità. E non offre tutte le garanzie nella lotta alla radicalizzazione». Per questo, conclude la Meloni, «è altissimo il rischio indottrinamento della popolazione carceraria di fede islamica. E preoccupa molto che anche questo Governo non se ne accorga. Anzi, lo minimizzi».
Anche Suad Sbai conferma: «Serio pericolo estremismo»
E che affidarsi al braccio italiano dei Fratelli Musulmani per la de-radicalizzazione e la prevenzione dell’indottrinamento integralista in carcere. Investendo gli imam della responsabilità di corsi da tenere ai detenuti musulmani, fosse oltre che una contraddizione della logica, un rischio che eleva al quadrato la possibilità dell’indottrinamento in cella, è ben noto anche a un’”addetta ai lavori” come Suad Sbai. La quale, mette in guardia su un «serio pericolo estremismo», sottolineando come, «la scelta del Guardasigilli di affidare all’Ucoii, da sempre vicina a gruppi fondamentalisti, la responsabilità di organizzare corsi per imam, finalizzati a dare assistenza spirituale in carcere ai detenuti di origine islamica», dà quanto meno adito al dubbio «che al Ministero della Giustizia non si abbia troppa contezza delle scelte fatte».
Ucoii e quel legame storico con i Fratelli Musulmani che…
«I corsi – spiega la presidente dell’Associazione delle Donne Marocchine in Italia-Acmid – sarebbero diretti a combattere la radicalizzazione, favorita dalla presenza nelle carceri di numerosi estremisti. Eppure, il Governo ha deciso di affidare tali corsi proprio a chi, nei mesi scorsi, si è pronunciato contro il cristianesimo ed ha un legame storico con i Fratelli Musulmani, realtà fondamentalista operante anche in Europa. Una scelta che fa gridare per ovvie ragioni alla follia».