Ci mancava il patto tra Azzolina e Anpi: ecco il protocollo di intesa per le scuole
Il piano scuola della Azzolina resta un mistero gaudioso, tra antinomie semimoventi, protocolli fantasiosi e dietrofront sconcertanti. Il ministro grillino dell’Istruzione avrà però pensato che non è il caso di lasciare solo il Pd nell’affannata ricerca di trovate antifasciste. Così, mentre alcuni deputati dem hanno proposto di inserire lo studio di Bella ciao nei programmi scolastici a partire dall’anno 2020/2021, la Azzolina ha firmato un bel protocollo di intesa con l’Anpi. Ma che splendida iniziativa, gli studenti italiani non si aspettavano altro. Questo sì che è un bel modo per risolvere gli atavici problemi della scuola, senza ovviamente far passare vetusti messaggi ideologici, ci mancherebbe altro.
L’Anpi diffonde la Costituzione a scuola
A dare il lieto annuncio agli alunni di tutta Italia è stata l’associazione dei nuovi partigiani, che sul proprio sito ufficiale ha festeggiato il rinnovo del “rapporto di collaborazione” con il ministero dell’Istruzione “iniziato nel 2014″. Sei anni di proficua fuffa, non c’è che dire. Ma ecco in cosa consiste questa strabiliante intesa.
“Per le finalità indicate nelle premesse – si legge nel protocollo – il MI e l’ANPI (di seguito denominati le Parti) si impegnano a promuovere e sviluppare iniziative di collaborazione e di consultazione permanente al fine di realizzare attività programmatiche nelle scuole e per le scuole volte a divulgare i valori espressi nella Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale”. Ma certo, vi pare che altrimenti nessuno si sarebbe mai filato la Costituzione repubblicana? E noi che pensavamo di essere cittadini del Principato di Andorra e dunque di dover seguire leggi pireneiche.
Storia partigiana
Possibile però che l’accordo preveda soltanto la divulgazione dei “valori espressi nella Costituzione”? Neanche per sogno, all’art. 1 del protocollo, si legge che le parti si impegnano a: “Fornire contenuti e materiali di qualità per l’apprendimento delle discipline storiche, assicurando opportunità di studio, ricerca e approfondimento con particolare riguardo ai temi inerenti al movimento di liberazione e all’età contemporanea nonché alla valorizzazione dei princìpi e dei valori espressi dalla Costituzione ed alla loro perdurante valenza e attualità, ed inoltre, alla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, approvata dall’ONU il 10 dicembre 1948”. Temi inerenti al movimento di liberazione? Avevamo proprio nostalgia di una bella spruzzata dello studio del fenomeno storico antifascista nelle scuole. Proprio sinora non ce n’era traccia.
Solita solfa antifascista
E giusto per non lasciare nulla al caso, all’art. 3 del documento in questione si legge: “L’ANPI, per il raggiungimento degli obiettivi e per la realizzazione delle iniziative previste dal presente Protocollo d’intesa, si impegna a mettere a disposizione il proprio patrimonio storico e culturale, anche attraverso il lavoro degli associati delle sedi territoriali per una massima divulgazione delle iniziative e delle azioni che si svolgono nell’ambito del Protocollo di Intesa stesso”. Quindi gli iscritti all’Anpi saranno a disposizione degli studenti per far conoscere agli studenti il patrimonio conservato dagli iscritti all’Anpi, con il beneplacito del ministero dell’Istruzione. Qualcuno ha detto solita solfa? Già, nulla di così nuovo sotto il sole, pardon sotto le cinque stelle.
Eugenio Palazzini