Scanzi non sa ridere e piange: “Le frasi di Osho sono propaganda para-fascista”
“Le frasi di Osho? No, le frasi del fasho!?”. Inizia così l’ultimo sermone livoroso di Andrea Scanzi, con una battuta da Cucciolone tanto acida quanto insulsa. “Sua umiltà” proprio non ce la fa, per darsi un tono da penna pungente, a ogni piè sospinto deve scagliarsi contro qualcuno o qualcosa, pontificando e sparacchiando amenità a casaccio. Stavolta se l’è presa con Federico Palmaroli, ideatore e curatore dell’ormai celebre pagina social “Le più belle frasi di Osho”. E come mai Scanzi ha deciso di prendersela con un fenomeno virale che ha fatto ridere (davvero) e continua a divertire migliaia di utenti? Perché Palmaroli ha una macchia indelebile: è di destra. Apriti cielo, spalancati ira funesta.
Buoni e cattivi
Questo “becero populista” come può pensare di darsi alla satira e per questa essere pure apprezzato? “Se c’è un ambito che deve essere libero, quello è la satira. Puoi essere di sinistra o di destra, ma NON PUOI partecipare a eventi elettorali”, scrive Scanzi attaccando a gamba tesa lo sgradito “fasho”. Ma certo, vi vengono per caso in mente autori satirici che partecipano a eventi elettorali? Suvvia non starete pensando per caso a un certo Vauro Senesi già membro del Comitato Centrale dei Comunisti Italiani, con i quali si candidò alle Europee del 2004? Non starete rimembrando le vignette di Staino su l’Unità e alla Festa dell’Unità? “Puoi schierarti per un quesito referendario, ma per una lista (qualsiasi lista) NO. È qualcosa di grave e imperdonabile”, tuona Scanzi. E’ dunque imperdonabile anche Vauro, che tra l’altro pubblica proprio sullo stesso giornale – Il Fatto Quotidiano – dove scrive “sua umiltà”?
Il Tempo secondo “sua umiltà”
Ma no sciocchini, quella è satira buona e giusta, accettabile per una “rockstar del giornalismo” come Scanzi. Il problema è evidentemente il povero Palmaroli, reo di aver partecipato a un evento di Fratelli d’Italia e di scrivere, udite udite, “per Il Tempo”. Cosa ci azzecca il quotidiano romano? Ci azzecca, ci azzecca, eccome se ci azzecca. Perché secondo l’insindacabile opinione di Scanzi “è il giornale più marginale e caricaturale nella galassia del sovranismo de noantri, e sui social difende a spada tratta il suo Dux Bechis. Il che, di per sé, mette malinconia, perché se diventi una sorta di ‘Bondi di Bechis’ fai tenerezza”. Ora, vi confidiamo che giunti a questo punto del livoroso sermone ci saremmo volentieri fermati, limitandoci a esprimere solidarietà alla tastiera di “sua umiltà”. Ma trovandoci di fronte a una bagatella del genere, ci siamo fatti coraggio e tra uno sbadiglio e l’altro abbiamo proseguito la lettura.
Para-bischerate
“Palmaroli finge di fare satira, ma non è che un fiancheggiatore della destra”, scrive ancora Scanzi. Sì avete letto bene, ha deciso lui chi è definibile un autore satirico e chi invece è semplicemente un “fasho”. “Se non lo sapevate e lo credevate libero (Palmaroli, ndr), qualche domanda ponetevela. Questa non è satira: è propaganda para-fascista. Null’altro che Istituto Luce 2.0”. E dire che a noi le sparate di Scanzi sembrano invece para-bischerate, senza offesa per le bischerate autentiche.
Nel frattempo è arrivata la replica di Palmaroli: “Al nulla fosforescente Scanzi che mi accusa di aver partecipato a una cena elettorale di una parte politica che non è la sua (altrimenti je sarebbe annato bene), solo per fare il mio spettacolino di satira, ricordo che lo scorso anno partecipai, per lo stesso identico motivo, a Italia 5stelle a Napoli, così come in passato sono stato ospite di Feste dell’Unità ed eventi Arci. Capito miseria umana che ti crogioli nei like degli odiatori e dei tuoi follower comprati?”.
Eugenio Palazzini