Immigrazione, la trovata del governo: sconti fiscali a Lampedusa per “compensare” il disagio degli sbarchi
Un po’ di soldi per fare stare buoni i lampedusani. La “zona nera” è l’ultima trovata del governo Conte: incapace di fermare gli sbarchi degli immigrati e far tornare l’isola un posto ordinato, prova ora a comprarsi la benevolenza degli abitanti. La proposta sarà presentata nel dettaglio oggi pomeriggio da Giuseppe Conte al sindaco Totò Martello, durante l’incontro di palazzo Chigi al quale parteciperanno pure i ministri Luciana Lamorgese e Roberto Gualtieri e il governatore siciliano Nello Musumeci. L’offerta del presidente del consiglio prevede il congelamento dei termini fiscali al 31 dicembre 2021 e la concessione di mutui agevolati. Questi ultimi sarebbero concepiti sul modello di quelli assegnati nei comuni del cratere del terremoto per l’agricoltura, ma riguarderebbero il settore alberghiero e la pesca.
Il governo ha promesso anche di accelerare la bonifica del porto e si è impegnato, entro domani, a schierare tre navi-quarantena davanti a Lampedusa, con l’obiettivo di svuotare l’hotspot locale. Alla nave Allegra, che oggi a Palermo accoglierà i 353 migranti della Sea Watch 4 (tra i quali ci sono i 150 soccorsi dalla Louise Michel, l’imbarcazione finanziata dal pittore Banksy) e circa 200 provenienti da altre strutture, se ne aggiungeranno infatti altre due. Poca roba, comunque, in confronto al colpo subito dall’isola, che a causa degli sbarchi continui vede compromessa da anni la propria attività turistica e adesso ospita 1.500 stranieri irregolari, a fronte di meno di seimila abitanti. Il centrodestra chiede di fare di più e di meglio, anche sotto l’aspetto economico. Fratelli d’Italia insiste affinché Conte adotti la proposta presentata alla Camera, che prevede lo stato d’emergenza e l’istituzione dell’area extra-doganale nell’isola di Lampedusa. «Riconoscere un regime fiscale agevolato sul consumo di alcuni prodotti considerati di prima necessità, tra i quali il carburante, il cui costo sull’isola risulta insostenibile in ragione degli oneri di trasporto, sarebbe un reale sostegno economico, oltre che un concreto incentivo allo sviluppo per la popolazione residente», dicono dal partito di Giorgia Meloni. I controlli predisposti dal Viminale, intanto, fanno sempre acqua da tutte le parti. Ieri una famiglia tunisina irregolare, composta da madre di 25 anni, padre di 31 e due figli minorenni di 6 e 11 anni, arrivata in treno a Bologna, non sapendo dove andare si è rivolta disperata ai carabinieri della stazione Navile, che li hanno affidati ai servizi sociali. I quattro erano partiti a inizio agosto dalla costa africana su un’imbarcazione diretta a Lampedusa e dopo quattro settimane di permanenza al centro di accoglienza di Agrigento, dove erano stati destinati, avevano deciso di allontanarsi.
E altri quattordici tunisini sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Agrigento dopo essere sbarcati, nei giorni scorsi, a Lampedusa. Nove di loro erano rientrati illegalmente sul territorio nazionale, nonostante fossero destinatari di decreto di respingimento, e gli altri cinque avevano ricevuto un decreto di espulsione al quale non avevano obbedito.