Luigi Bisignani, perché il ministro Tria ha i giorni contati: il giorno in cui sarà licenziato
Gli indizi perché l’esperienza del ministro Giovanni Tria finisca ben prima del previsto ci sono tutti. Anzi Luigi Bisignani sul Tempo si chiede come mai l’economista sia ancora al suo posto, considerando il clima più che ostile montato attorno a lui. E soprattutto come sia possibile che il governo non si serva dell’esperienza consolidata di uno come Paolo Savona, visto che la tempesta dei mercati è a un passo e per affrontarla serve più carattere che formule magiche
I segnali che Tria abbia i giorni contati partono dai rapporti consumati nell’esecutivo. Mentre a Palazzo Chigi c’era Giuseppe Conte ancora preso a festeggiare il suo compleanno, Tria “si è presentato pieno di carte sottobraccio, simulazioni di manovre possibili – scrive Bisignani – mandando in crisi i suoi interlocutori. Con Matteo Salvini parla a malapena, quando c’è l’uno è assente l’altro, e dagli incontri con Luigi Di Maio, dove la retorica grillina prova a incrociarsi, senza risultato, con grafici e tabelle, l’onesto Tria esce a dir poco frastornato. I due non comprendono i suoi modellini econometrici – scrive Bisignani – lui non concepisce la loro politica”.
Finché Tria gode del sostegno del Quirinale e della Bce, la sua poltrona è ancora al sicuro. Ma i tempi potrebbero presto cambiare. Per esempio se il prossimo anno dovessero passare di mano i vertici di Francoforte “magari in senso ‘populista’ come verrà fuori dal prossimo parlamento europeo, dopo le elzioni di maggio 2019, bisognerà rivedere tutto”.