Hai la febbre o la tosse? Non puoi votare alle Regionali e al referendum
Quando il consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi se ne era uscito con quel “Se aumentano i contagi, elezioni e scuola a rischio”, in molti avevano realmente temuto di veder rimandare ancora una volta il voto.
In realtà il governo pare avere ben altro in mente. Dopo la smentita di Ricciardi, che aveva successivamente spiegato di essersi riferito ad altri Paesi, e le rassicurazioni dell’esecutivo, ecco il piano per le regionali, le comunali ed il referendum.“Voto a rischio”, poi la retromarcia: un altro pasticcio del governo
Potremo presentarci alle urne, ma non tutti. Questo, almeno, quanto si evince dal protocollo sanitario inviato alle prefetture locali. All’interno del documento “Protocollo sanitario e di sicurezza per lo svolgimento delle consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2020” messo a punto dai ministeri della Salute e dell’Interno ci sono delle rigide norme che devono essere applicate per svolgere le elezioni in sicurezza. La conseguenza è che non tutti potranno esprimere il proprio voto.
Oltre alle disposizioni su come allestire i seggi (con percorsi guidati e segnalati, ingressi ed uscite separate, accessi contingentati per evitare assembramenti e scrupolose regole di pulizia ed igiene), si parla anche di chi è invitato a non recarsi al seggio elettorale. Coloro che hanno una temperatura corporea pari o superiore a 37,6°, infatti, non potranno votare, così come non potranno presentarsi alle urne coloro che nei 14 giorni precedenti alle consultazioni hanno avuto contatti con un soggetto positivo al coronavirus.
Non solo. Chi presenta i sintomi di una infezione respiratoria, come tosse, catarro o abbondante produzione di muco, è invitato a restare a casa. Va detto che all’ingresso del seggio non verranno effettuati controlli come la misurazione della temperatura: il governo, infatti, ha deciso di puntare sul senso di responsabilità di ogni individuo, chiedendo “il rispetto delle regole di prevenzione”. Qualcuno potrebbe però far notare che a settembre non è insolito contrarre un’infezione alle vie respiratorie, come un banale raffreddore, ma queste sono le disposizioni arrivate dall’esecutivo. Di sicuro il 20 ed il 21 settembre non potranno votare tutti i cittadini attualmente positivi al Covid-19, e parliamo di almeno 19mila elettori. Il voto domiciliare? A quanto pare non sarà possibile, soprattutto a causa dei tempi già esauriti (si deve fare richiesta della certificazione alla Asl 45 giorni prima del voto).
Chi invece potrà recarsi al proprio seggio, dovrà sottostare a rigide regole sanitarie. “È necessario contemperare due diritti costituzionali, quello al voto e quello alla salute”, si legge infatti nel protocollo sanitario, come riportato da LiberoQuotidiano, che ha esaminato il documento. Dovrà essere rispettata la distanza di un metro fra i cittadini in attesa, e quella di 2 metri fra l’elettore e gli scrutatori. Ciascun cittadino sarà tenuto ad indossare la mascherina in ciascuna delle fase del voto, fatta eccezione per il momento del riconoscimento, ed a igienizzarsi le mani all’ingresso del seggio, prima di ricevere la scheda elettorale e prima di lasciare la struttura. Stesse regole per rappresentanti di lista, presidente di seggio e scrutatori. Per gli ultimi due c’è anche l’obbligo di indossare i guanti prima di tocchare le schede.
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