Londra schiera l’esercito per fermare l’invasione: pattuglie marittime, aerei a difesa dei confini. Altro che Lamorgese
Non si placa l’allarme immigrazione nel Regno Unito, dopo un’estate di passione già caratterizzata dalla piaga sanitaria del coronavirus e dagli sbarchi di migranti irregolari provenienti dalla Francia. Ieri altre cinque persone sono sbarcate sulle coste inglesi affrontando un pericoloso viaggio marittimo, a bordo di una piccola imbarcazione e in balia di burrasche, rovesci e mare mosso. I profughi, che sono subito stati portati a Dover per essere interrogati dai funzionari dell’immigrazione, si sono presentati come cittadini sudanesi e ciadiani.
Emergenza migranti
Il Guardian ha sottolineato un dato che in Inghilterra e dintorni ha creato un certo stupore. Nel corso del 2020, fino a questo momento, sono oltre 5mila i migranti che hanno attraversato il Canale della Manica in barca. Un numero spropositato, se confrontato con le statistiche locali. E che avrebbe potuto essere ancora più alto se il governo britannico non avesse iniziato a perseguire una risposta “militarizzata” a un fenomeno ormai fuori controllo. Dovendo fare un confronto con il 2019, un anno fa i migranti sbarcati in Uk erano 1.900.
La situazione è letteralmente esplosa mercoledì scorso, dopo che un richiedente asilo sudanese, tale Abdulfatah Hamdallah, è morto nella Manica. Il gommone sul quale stava viaggiando, acquistato in un supermercato per coprire le 21 miglia che separano Francia e Regno Unito, è stato perforato dalle pale usate dall’uomo come remi improvvisati. E così si è consumata la tragedia.
Londra sta facendo di tutto per rendere “non praticabile” il percorso battuto dai migranti. Eppure, gli esperti umanitari sostengono che l’approccio migliore per evitare drammi sia quello di rafforzare le rotte sicure e legali per i richiedenti asilo che vogliono sbarcare nell’Uk. Un’ipotesi non praticabile per il Regno Unito che, in stretto contatto con la Francia (con la quale non sono mancati momenti di tensione), ha incrementato la sorveglianza delle acque, mobilitando pattuglie marittime e supporto aereo.
Le “armi” di Londra
Due sono le “armi” di Londra: da una parte i funzionari della cosiddetta Border Force, dall’altra la Royal Air Force. Il loro compito è quello di intercettare i barchini non appena questi entrino nelle acque britanniche per individuare all’istante i migranti.
I laburisti hanno puntato il dito contro il governo, etichettandolo come incompetente e privo di compassione. Non solo: per i progressisti britannici Londra avrebbe offerto una risposta militarizzata a una crisi umanitaria.
Scendendo nel dettaglio, i numeri inglesi sono molto bassi se paragonati a quelli registrati in altri Paesi. Stando ai dati del 2020 dell’UNHCR l’Italia ha fatto i conti con 16.942 arrivi via mare, la Spagna 10.875 e la Grecia 8.967. Londra ha tuttavia scelto quale strada intraprendere.
Per quanto riguarda le nazionalità dei migranti intercettati dalle autorità britanniche, le provenienze dei richiedenti asilo sono molteplici. Si va dall’Iraq all’Iran, dal Sudan all’Eritrea passando per Vietnam, Mali, Etiopa, Pakistan e Nigeria.
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