Giuseppe Conte e le discoteche chiuse, si finisce in tribunale: “Il governo non ci ha dato niente”
Le discoteche portano Giuseppe Conte in tribunale. Il sindacato dei gestori, Silb Fipe, ha annunciato il ricorso al Tar del Lazio contro il decreto Speranza che da domenica sera ha imposto la chiusura (per le attività di ballo) ai locali. “Non faremo i capri espiatori, gli assembramenti sono ovunque ma colpiscono solo noi”. Il più furioso è Marco Piu, titolare del famoso Muretto di Jesolo, che sul Giornale si sfoga: “È stato sbagliato tutto fin dal principio. Che c*** ci fate chiudere le discoteche dopo Ferragosto”. “Non dobbiamo chiederci cosa cambia – si sfoga – ma cosa manca. Mancheranno un sacco di posti di lavoro. Qui 70 persone tutte a casa. Non manca niente anche se non si va in discoteca, ma manca lavoro alla gente. Chi sta al governo non sa cosa voglia dire fare questo lavoro. Ci hanno fatto aprire, cosa pensavano? Non venitemi a dire che è possibile aprire una discoteca e dire alla gente che non vada a ballare. Il governo non ci ha dato niente. Zero”.
Due pesi e due misure: “Per noi questa era già finita – dice – siamo stati chiusi fino al 25 luglio. Rincorrevamo la gente per far mettere la mascherina. Abbiamo avuto zero contagi, zero! E fuori dal locale avevo 2 medici, 4 infermieri e 2 ambulanze. A ognuno che entrava veniva misurata la temperatura. Ci parlano di rispetto delle linee guida. Dove vengono rispettate? In vaporetto a Venezia? In treno? In piazza? Dove? Di cosa stiamo parlando?”.