Grazie alla legge dei 5 Stelle, Casareggio si è intascato l’assegno da 25 mila euro per gli aiuti post Covid
La Casaleggio Associati è stata tra le imprese italiane che hanno subito perdite e contraccolpi dall’emergenza Covid-19 e ha richiesto i prestiti garantiti dai fondi pubblici. Lo riporta Repubblica, segnalando come lo scorso 20 luglio la società fondata dal guru del Movimento Cinque Stelle Gianroberto Casaleggio e ora guidata dal figlio Davide abbia ottenuto il via libera a un prestito della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale finalizzato a sostenere la ripresa dell’azienda nel pieno della tempesta economica legata al coronavirus.
L’operazione, assolutamente legittima e su cui non sussite alcuna ombra di opacità, ha mobilitato una quota di risorse tutto sommato contenuta: sarebbe di 25mila euro, secondo quanto si apprende, il prestito richiesto dalla società di consulenza milanese. Valore che consentirebbe di usufruire della versione più agevolata delle garanzie pubbliche previste dal decreto Cura Italia, che al 16 agosto hanno ricevuto oltre 950mila richieste per coperture complessive di 70 miliardi di euro. Nella versione del prestito garantito fino a 25mila euro, infatti, l’azienda richiedente deve presentare alla banca un’autocertificazione dei danni subiti per la pandemia, l’istituto emittente si deve limitare a controllare il merito creditizio dell’impresa e lo Stato copre al 100% la garanzia sul prestito.
Davide Casaleggio ha dunque subito contraccolpi notevoli alla sua attività imprenditoriale dall’emergenza pandemica. Eventualità difficilmente evitabile dato che molti partner della Casaleggio sono aziende che hanno dovuto subire continui rallentamenti o interruzioni forzate della loro attività per le misure di confinamento e l’imposizione della quarantena, mentre l’attività dell’azienda, spiega Repubblica, si è concentrata sul proseguimento dei “suoi studi sul digitale e sull’e-commerce (l’ultimo rapporto è di maggio 2020, a ottobre è in arrivo quello sulla “digital food strategy)”. Nel 2018, anno dell’arrivo al governo dei pentastellati la cui associazione Rosseau è controllata dall’azienda di Casaleggio il business complessivo di quest’ultima ha prodotto un fatturato di poco più di 2 milioni di euro, con una crescita del 60% sul 2017. Un incremento notevole dopo che nel 2015 fatturato era sceso a poco più di un milione di euro, rispetto agli 1,5 milioni del 2014 e ai due del 2013. I bilanci per l’anno passato non sono ancora stati pubblicati, ma dal repentino aumento di giro d’affari della Casaleggio possiamo dedurre che la serrata sia stata, proporzionalmente, più dura per la riduzione delle attività, specie considerato il fatto che per l’anno 2019 Casaleggio prevedeva un’ulteriore espansione del fatturato.
La scelta di ricorrere al prestito agevolato, per molte aziende, è motivata dalla necessità di snellire l’iter burocratico e le tempistiche per ottenere con sicurezza capitali freschi; l’entità del danno della Casaleggio Associati non è ancora stato quantificato, ma la scelta di ricorrere al finanziamento garantito ricorda come anche nell’economia digitale ed immateriale in cui il telelavoro ha preso piede e in cui i margini d’azione si sono espansi durante il lockdown gli effetti delle crisi in atto possono farsi sentire con forza. E che nessun settore può dirsi veramente al sicuro in una fase tanto complessa.
Lo riporta Repubblica, segnalando come lo scorso 20 luglio la società fondata dal guru del Movimento Cinque Stelle Gianroberto Casaleggio e ora guidata dal figlio Davide abbia ottenuto il via libera a un prestito della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale finalizzato a sostenere la ripresa dell’azienda nel pieno della tempesta economica legata al coronavirus.
L’operazione, assolutamente legittima e su cui non sussite alcuna ombra di opacità, ha mobilitato una quota di risorse tutto sommato contenuta: sarebbe di 25mila euro, secondo quanto si apprende, il prestito richiesto dalla società di consulenza milanese. Valore che consentirebbe di usufruire della versione più agevolata delle garanzie pubbliche previste dal decreto Cura Italia, che al 16 agosto hanno ricevuto oltre 950mila richieste per coperture complessive di 70 miliardi di euro. Nella versione del prestito garantito fino a 25mila euro, infatti, l’azienda richiedente deve presentare alla banca un’autocertificazione dei danni subiti per la pandemia, l’istituto emittente si deve limitare a controllare il merito creditizio dell’impresa e lo Stato copre al 100% la garanzia sul prestito.
Davide Casaleggio ha dunque subito contraccolpi notevoli alla sua attività imprenditoriale dall’emergenza pandemica. Eventualità difficilmente evitabile dato che molti partner della Casaleggio sono aziende che hanno dovuto subire continui rallentamenti o interruzioni forzate della loro attività per le misure di confinamento e l’imposizione della quarantena, mentre l’attività dell’azienda, spiega Repubblica, si è concentrata sul proseguimento dei “suoi studi sul digitale e sull’e-commerce (l’ultimo rapporto è di maggio 2020, a ottobre è in arrivo quello sulla “digital food strategy)”. Nel 2018, anno dell’arrivo al governo dei pentastellati la cui associazione Rosseau è controllata dall’azienda di Casaleggio il business complessivo di quest’ultima ha prodotto un fatturato di poco più di 2 milioni di euro, con una crescita del 60% sul 2017. Un incremento notevole dopo che nel 2015 fatturato era sceso a poco più di un milione di euro, rispetto agli 1,5 milioni del 2014 e ai due del 2013. I bilanci per l’anno passato non sono ancora stati pubblicati, ma dal repentino aumento di giro d’affari della Casaleggio possiamo dedurre che la serrata sia stata, proporzionalmente, più dura per la riduzione delle attività, specie considerato il fatto che per l’anno 2019 Casaleggio prevedeva un’ulteriore espansione del fatturato.
La scelta di ricorrere al prestito agevolato, per molte aziende, è motivata dalla necessità di snellire l’iter burocratico e le tempistiche per ottenere con sicurezza capitali freschi; l’entità del danno della Casaleggio Associati non è ancora stato quantificato, ma la scelta di ricorrere al finanziamento garantito ricorda come anche nell’economia digitale ed immateriale in cui il telelavoro ha preso piede e in cui i margini d’azione si sono espansi durante il lockdown gli effetti delle crisi in atto possono farsi sentire con forza. E che nessun settore può dirsi veramente al sicuro in una fase tanto complessa.
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