La rivincita di Bertolaso: l’ospedale in Fiera di Milano verrà potenziato. Zittiti gli “infangatori”
Di fango sul famoso “ospedale in Fiera di Bertolaso” ne è stato gettato tanto. Una strategia per minimizzare quel lavoro svolto in piena emergenza che avrebbe reso evidente l’immobilismo del governo giallorosso. Ora c’è addirittura un’evoluzione: non più semplicemente Covid Hospital come concepito a marzo nella fase più drammatica. Cioè una distesa di letti di terapia intensiva – la «più grande d’Italia» -con i suoi oltre 200 posti a regime. L’ospedale in Fiera di Milano potrebbe a breve cambiare pelle e aprire le sue porte a poliambulatori.
La Regione lavora al progetto per l’ospedale in Fiera
La Regione Lombardia lavora per valorizzarlo ulteriormente. A ottobre il via al nuovo piano, come conferma Gallera. Per adesso è top secret, ma escono le prime indiscrezioni. A quanto apprende l’Adnkronos Salute, fonti regionali confermano che allo studio c’è la creazione di “un ambiente nuovo”. Ambiente da usare per servizi ambulatoriali in base alle esigenze (non necessariamente Covid). Spazio che potrebbe essere pronto dal primo ottobre e verrebbe realizzato con tutte le separazioni dei percorsi necessarie. Chiaramente viene mantenute in piedi – stando alle informazioni raccolte – l’allestimento delle postazioni di terapia intensiva da un lato, e dall’altro realizzando il nuovo progetto.
Il recupero delle attività ambulatoriali
La logica è quella di sfruttare la diagnostica che c’è già, come le due Tac, e in generale non lasciare vuota la struttura, finita a più riprese nel mirino delle polemiche proprio per il suo utilizzo finora limitato. Il piano nasce in un’ottica duplice: recupero delle attività ambulatoriali e utilizzo per diagnostica Covid separata dal resto delle attività. Specie se ci fosse il ritorno per esempio della stagione autunnale e invernale e la concomitanza dell’influenza.
L’ospedale in Fiera realizzato in 4 settimane
Allestito in sole quattro settimane e inaugurato il 31 marzo, l’ospedale in Fiera è entrato in funzione per i primi pazienti la settimana dopo, il 6 aprile. Erano giorni drammatici, il governatore Attilio Fontana avvertiva: «Siamo vicini al momento in cui non avremo più letti in rianimazione». Poi il lockdown ha consentito di arginare lo tsunami. La struttura costituisce il potenziale in vista di un’eventuale nuova ondata di casi gravi.