Giuseppe Conte, la battutaccia sul Ponte Morandi: “Non è colpa nostra se hanno fatto in fretta”
Per il premier Giuseppe Conte lo stato d’emergenza è solo uno strumento per ostacolare i disegni di chi punta a farlo fuori. Una tesi suffragata dall’approccio di Conte ai problemi: “Punta sempre a salvaguardare la sua permanenza a Palazzo Chigi“. Un discorso che vale pure per il dossier Autostrade. La concessione ai Benetton a due anni dal crollo del Ponte Morandi è paradossale visto che si è impiegato meno tempo a ricostruire l’opera che non a decidere chi l’avrebbe dovuta gestire. Un assurdo che lo stesso premier qualche giorno fa ha esorcizzato con una battuta di spirito, di cui dà conto Augusto Minzolini: “Non è colpa nostra se ci hanno impiegato poco tempo a ricostruire il ponte…”. Non bisogna dimenticare, scrive il Giornale. che fin dall’inizio Conte è sempre stato prudente sull’ipotesi della revoca: il contenzioso giudiziario potrebbe costare molto caro allo Stato; in più c’è una difficoltà evidente a immaginare chi dovrebbe sostituire l‘attuale società nella gestione della rete autostradale.
E al di là della battuta infelice il premier da tempo sapeva che bisognava prendere una decisione nel più breve tempo possibile. Repubblica, infatti, ha trovato una lettera del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli che mette nei guai Giuseppe Conte. Si evince chiaramente che la ministra già quattro mesi fa aveva prospettato le due opzioni che saranno stasera sul tavolo del Cdm e soprattutto aveva chiesto la convocazione immediata di un vertice di maggioranza per giungere a una decisione rapida e condivisa. E invece con la scusa del coronavirus il premier ha fatto sì che la situazione precipitasse.