Il vaffa degli artisti romani al sonetto pro Raggi di Grillo: “Dipinge Roma come Kabul”
«Gente de fogna» e «infami». Oltre il danno, la beffa. Perché in tali termini dispregiativi Beppe Grillo si è appena espresso, insultando i quiriti che hanno il solo torto di cadere nelle buche, senza venir risarciti («le buche, ormai, sono storiche: i cittadini sanno dove stanno», disse la Raggi), o di respirare miasmi quando passano davanti ai cassonetti.
Una bidonville piena di anziani malridotti, spazzatura, gabbiani che camminano per strada, topi enormi e cinghiali a vista. Un posto triste, dove ogni cosa a ogni altra cosa ha detto addio, pare per sempre.
Degrado, abbandono e «Roma zoccola», pure. E, ancora, «monnezza di persone», che di certo non meritano Virgy, che nel cosiddetto sonetto grillesco viene invitata a fare la valigia, con marito e figlio. Ma come? Abbiamo appena perso un grande romano, Ennio Morricone, che tutto il mondo ci invidiava, e il giullare di Genova, pronto a negare buche e altri disastri della sua prima cittadina, sbeffeggia i romani, magari per nascondere una sconfitta politica senza appello?
Il mondo del cinema, intanto, non ci sta. E, a modo suo, si ribella. «Ormai abbiamo le spalle forti. Finora, eravamo porci e ladroni. E mò, siamo gente de fogna, infami. Non ci meritiamo niente! L’unica cosa è rispondere a Grillo con lo slogan a base della sua politica, quel vaffa che ha lanciato lui. La smettano! Siamo antichi. Siamo stanchi. E poi, quello non è un sonetto. Grillo può chiamarlo così, ma non lo è: ci sono precise leggi metriche, per un sonetto. Imparate almeno questo», dice Gigi Proietti, mentre allestisce le prove al Globe, il bel teatro elisabettiano di Villa Borghese, che lui dirige.
La butta a ridere (per non piangere) Sandra Milo. Da Alatri, afferma ironica: «Ma Grillo ci faccia un piacere: si prenda la Raggi e se la porti via. I romani hanno dominato il mondo, costruito opere straordinarie, che ancora ispirano gli architetti e gli uomini di scienza. Noi discendiamo da quella stirpe, altro che gente de fogna!».
È di parere diverso, invece, la produttrice Elda Ferri, che insieme al regista Roberto Faenza cerca di mandare avanti il film Resilient, sul premio Nobel italiano Mario Capecchi. «La Raggi ha rotto una rete, che le ha procurato forti ostilità. Ha fatto cose di cui avrà beneficio chi le succederà», scandisce, andando controtendenza. Ma Carlo Verdone non è d’accordo. «Guardo il mio quartiere, ogni dieci metri c’è una buca assassina. Roma pare Kabul. Mi fa molto male. Sono preoccupato e arrabbiato, non vedo vie d’uscita», dice il comico, che inizialmente tifava per la sindaca, pur non condividendone le idee. Romani gente de fogna? «Per salvare l’operato disastroso della sindaca, Grillo dà la colpa ai romani. E questo è un vero e proprio insulto all’intelligenza. Se è una cloaca, è perché l’Ama non raccoglie i rifiuti. Basta con gli insulti. Qualificano chi li pronuncia», commenta lo scrittore Giorgio Montefoschi. Impossibile dargli torto.
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