Governo: per la spallata al Conte-bis la piazza c’è. Ora il centrodestra si guardi dalle trame di Palazzo
Piazza del Popolo gremita di gente e di tricolori ci dice che il governo non è stato mai tanto debole di fronte ad un centrodestra mai così forte. Più che di un a sorpresa, si tratta in realtà di una conferma. Che Conte e la sua variopinta maggioranza annaspassero, era certezza diffusa sin dall’avvio della “Fase 2“. Fino a quel momento il premier-testimonial dell’amuchina con tanto di appelli agli italiani a restare in casa e a lavarsi le mani aveva funzionato bene, anzi alla grande. Le emergenze, si sa, innescano sempre dinamiche centripete e non mancano di stringere i governati intorno ai governanti. Il coronavirus non ha fatto eccezione. Ma è bastato un sensibile calo di tensione a far apparire il re, cioè Conte, in tutta la sua sconcertante nudità politica e progettuale e a consegnarcelo per quel che è: un abile galleggiatore in balia ora dei diktat ora dei veti dei suoi sostenitori.
Centrodestra mai così forte nel Paese
Il suo scopo è durare per trovarsi in pole position quando si tratterà di scegliere il successore di Mattarella al Quirinale. Del resto, la sua è la classica candidatura che stura e non ottura poiché lascerebbe la postazione di Palazzo Chigi I giallo-rossi glielo lasciano credere perché anche loro vogliono durare. Con o senza di lui. Ma è proprio questa la ragione che imporrebbe al centrodestra di dotarsi di un “piano B“, alternativo alle elezioni anticipate. Il destino della legislatura è strettamente intrecciato alla scadenza del Quirinale. È materia delicata, extra ordinem, che investe direttamente il deep State. Significa che pur di non far eleggere il nuovo presidente da un Parlamento numericamente egemonizzato dal centrodestra, quello attuale sarebbe disposto ad ingoiare la qualunque pur di sopravvivere.
Le 4 sinistre faranno di tutto pur di non far votare gli italiani
Intendiamoci: tentare la spallata al Conte-bis è persino un dovere alla luce della sua conclamata inadeguatezza di fronte alla crisi che ci attende. Che abbia successo, però, è tutto da dimostrare. Tanto più che a settembre, con le regionali, si voterà anche per il referendum confermativo della legge che riduce il numero dei parlamentari. Facile prevedere che la tireranno per le lunghe con la scusa della definizione delle nuove circoscrizione dei nuovi collegi elettorali. Nel frattempo, scatta la sessione di bilancio e siamo già nel 2021 quando risuonerà la campanella per l’ultimo giro prima della scadenza presidenziale. Insomma, il centrodestra fa bene ad agitare la piazza. A patto, però, di non trascurare il Palazzo. Dopotutto, è ancora lì che si fa la politica.