Omotransfobia, ecco la legge-bavaglio che manda in galera chi non si allinea al gender
Roma, 1 lug – La proposta di legge sull’omotransfobia è assolutamente liberticida, oltre che funzionale all’indottrinamento gender voluto dal governo giallofucsia (dove fucsia sta proprio per la componente della sinistra ormai votata all’ideologia Lgbt). A leggere il testo depositato dal deputato Pd ed attivista Lgbt Alessandro Zan, primo firmatario della pdl contro i reati di omofobia e misoginia, si propongono pene da 1 anno e 6 mesi fino a 6 anni di galera per chi esprima opinioni non in linea con il pensiero unico adottato dai giallofucsia su matrimoni e adozioni gay, utero in affitto, insegnamento del gender nelle scuole. Non solo. Nel delirio anti-etero è prevista la rieducazione mediante lavoro gratuito presso le associazioni Lgbt per chi venisse giudicato omofobo. Come se non bastasse, poi, sono previsti fondi per 4 milioni di euro per finanziare la propaganda gender nelle scuole e nelle amministrazioni pubbliche.
Salvini: “Legge pericolosa per tutti. Noi ne presentiamo una contro l’eterofobia”
Contro la proposta di legge Zan si scaglia l’opposizione, da sempre contraria al bavaglio proposto dai giallofucsia. “Se questi passano il tempo smontando i decreti Sicurezza e occupandosi di fantomatiche leggi che, in realtà, sono leggi bavaglio, penso che sia un modo comodo per lavarsi la coscienza ma che sia una legge pericolosa per tutti, per gli omosessuali e per gli eterosessuali“. E’ l’allarme lanciato da Matteo Salvini. “Penso che l’Italia – aggiunge il leader della Lega – sia un Paese che non discrimina, perché penso che sia folle discriminare sul lavoro e a scuola, e penso che ci siano già tutte le sanzioni possibili e immaginabili”. Ecco perché Salvini è convinto che con questa pdl “il rischio di sconfinare nell’ideologia sia troppo elevato quindi, per quello che mi riguarda, se viene picchiato e discriminato un omosessuale e un eterosessuale la via è la galera. Non c’è il pestaggio più grave o l’insulto più grave rispetto a un altro, perché a questo punto – obietta – noi presentiamo un bel disegno di legge contro l’eterofobia. Perché se vengo preso a schiaffi io, non vedo quale sia la differenza rispetto a che venga preso a schiaffi qualcun altro. Il dramma – attacca Salvini – è che questo governo cerca di stare insieme nel nome dell’antileghismo e del pregiudizio ideologico sul nulla”.
Malan (FI): “Attacco frontale a libertà di espressione e religiosa”
Per Lucio Malan, vicecapogruppo di Forza Italia al Senato, la pdl Zan è un “testo ideologico che costituisce un attacco frontale alla libertà d’espressione e alla libertà religiosa. Un ulteriore grave peggioramento rispetto alla versione pubblicata dall’Espresso nelle settimane scorse perché introduce la pena del carcere fino a quattro anni per la sola appartenenza o assistenza a organizzazioni che siano contrarie alle adozioni e ai matrimoni per le coppie dello stesso sesso“. “Viene poi introdotta – aggiunge Malan – l’inquietante ‘strategia nazionale per la prevenzione delle discriminazioni’, che nella sua versione 2014, ancora non giustificata da una legge, portò a un piano per fare entrare nelle scuole le associazioni Lgbt, inclusa quella intitolata a un ideologo della pedofilia. C’è anche l’accettazione acritica dell’ideologia gender definendo chiaramente il genere come distinto dal sesso. Un testo obbrobrioso, che lo stesso relatore ha ammesso essere stato redatto in collaborazione con le suddette associazioni Lgbt, in pratica sotto la loro dettatura”, avverte il senatore di FI.
Zan è convinto che serve un’azione culturale. Sì, certo: la galera
“E‘ una legge assolutamente necessaria, c’è una spirale di violenza” che colpisce gli omosessuali “ma anche le donne”, sostiene convinto Zan in conferenza stampa alla Camera. “Se noi vogliamo veramente intervenire per contrastare l’odio che c’è in questo Paese verso omosessuali, transessuali e donne occorre un’azione di tipo culturale”. Dove l’azione di tipo culturale, nel mondo fatato degli unicorni di Zan, è in realtà la galera. “E non è una legge liberticida, come ha detto qualcuno. Non abbiamo inventato nulla, è una legge dello Stato, la legge Mancino del 1975 e questa legge ha una giurisprudenza consolidata che ha stabilito il bilanciamento tra il sacrosanto principio della libertà di espressione e la lesione della dignità umana. Per noi la libertà è un principio sacrosanto ma non è libertà di espressione l’istigazione all’odio“, sostiene l’esponente dem e attivista Lgbt. Il punto è che se tutto diventa istigazione all’odio, ogni libertà di espressione viene negata e punita. Per non parlare poi del fatto che una legge dello Stato tale discriminerebbe la stragrande maggioranza della popolazione in virtù di una presunta difesa di una minoranza che tutto è – va detto – tranne che discriminata.
Adolfo Spezzaferro