La “trasparenza” di Arcuri. Ha in mano un miliardo ma non dice come lo usa
«Dopo aver messo online a disposizione di tutti i dati sulle forniture sanitarie alle Regioni, presto metteremo anche tutti i dati sui nostri acquisti, con fornitori, quantità, sconti e modalità di ingaggio dei fornitori.
Prepariamo un software, presto accadrà». Era il 7 aprile e il commissario all’emergenza Domenico Arcuri annunciava così una maxi operazione trasparenza su ogni atto e su ogni euro speso per fronteggiare il Covid19. Sono trascorsi due mesi e mezzo ma la sua struttura non è ancora diventata la promessa casa di vetro dove si gestiscono le risorse pubbliche per la pandemia. Dovevano arrivare dati sugli acquisiti, i contratti, le cifre. Niente. Sul sito del commissario straordinario sono state caricate appena due procedure: una è la gara per l’acquisto dei 150mila kit per i test sierologici, e l’altra è una richiesta di offerta per i test molecolari. Stop.
Eppure le gare che sono state bandite dalla struttura commissariale di Arcuri tra marzo e aprile sono almeno 19 per un ammontare di oltre un miliardo di euro, almeno contando sulla banca dati contratti pubblici dell’Autorità anticorruzione (Anac), come rivela il sito Openpolis, che si occupa di monitoraggio di dati. Gli unici due bandi pubblicati da Arcuri peraltro non compaiono nemmeno tra i 19 registrati sul sito dell’Anac. Le uniche convenzioni rese pubbliche dal commissario sono quelle per la gestione dell’applicazione di tracciamento Immuni e i protocolli di intesa con farmacisti e tabaccai per la vendita di mascherine a cinquanta centesimi.
E così ancora oggi non si conoscono ancora gli importi di aggiudicazione e gli aggiudicatari delle gare. L’unica accessibile è la piattaforma Consip, che ha pubblicato tutte le procedure e le relative aggiudicazioni che ha gestito come piattaforma acquisti per conto della struttura commissariale, ma se ne contano otto. Delle altre 11 non ci sono informazioni nemmeno sul sito della Presidenza del consiglio.
Openpolis, che aveva chiesto al governo di pubblicare tutti gli atti del commissario oggi certifica che «le dichiarazioni inizialmente così promettenti sono state disattese». D’altronde, scrive, «il rischio era che tutto si risolvesse con un’enfasi più sulla comunicazione e gli strumenti per realizzarla, che sull’accesso a dati reali». E così è stato. Sul sito di Palazzo Chigi compare solo una procedura di Consip collegata al commissario straordinario ma si tratta solo di una «fornitura di buste e stampati vari» per 547,30 euro.
Il sito di informazione e approfondimento, quindi, lancia l’allarme per la trasparenza e per il (mancato) controllo sulle risorse pubbliche: «Durante eventi eccezionali e drammatici, è giusto che anche i provvedimenti siano adeguati alla situazione di emergenza, per velocizzare i procedimenti. Ma proprio per questo la trasparenza è ancora più necessaria, perché consente di monitorare le scelte politiche e l’attività amministrativa. Se viene meno anche questo, non si sta facendo buona amministrazione. Si sta ridimensionando l’unico strumento che abbiamo per verificare se la gestione delle risorse pubbliche sia stata davvero efficiente».
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