Giorgio Gori, il tassello che manca ai pm di Bergamo sulla zona rossa: le pressioni del sindaco di Bergamo
Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, gli industriali locali, i commercianti, tutti erano contrari alle zone rosse e all’isolamento. Lo scrive il Giornale che ricorda che solo l’8 marzo, il primo cittadino di Bergamo, cambierà idea quando è troppo tardi. La Lega adesso vuole vederci chiaro con un’interrogazione in Consiglio comunale, chiedendo “se a inizio del mese di marzo 2020, il sindaco ha ricevuto richieste da singoli imprenditori e/o associazioni di categoria perché intercedesse presso il governo nazionale o i parlamentari del suo schieramento politico al fine di dissuadere l’istituzione della zona rossa di Alzano e Nembro”.
Tra le piste al vaglio della procura di Bergamo, che indaga sull’ipotesi di reato di epidemia colposa, è sempre più consistente quella degli industriali che fanno pressione sui politici per evitare le zone rosse. L’interrogazione della Lega in Consiglio comunale infatti ricorda come il sindaco “promuoveva la campagna Bergamo non si ferma al fine di spingere la gente a recarsi in città e a frequentare bar e ristoranti”. E il deputato leghista di Bergamo, Daniele Belotti, si dice stupito che “la procura” dopo aver chiamato a deporre tutti, dai vertici della Lombardia al governo, “non abbia sentito il sindaco Gori sulle eventuali pressioni per non istituire la zona rossa di Alzano e Nembro”.