Scuola, è caos. La Azzolina non sa più dove sbattere la testa. E si complica il rientro a settembre


Prima escono le indiscrezioni sulla scuola, poi vengono smentite. Annuncio dopo annuncio, notizia dopo notizia, detto e contraddetto. La Azzolina continua ad inciampare. Il ministero ha dovuto smentire che sia stata decisa la data di inizio del nuovo anno scolastico. La ministra aveva anticipato che gli studenti e gli alunni sarebbero ritornati nelle aula già il primo settembre.

Scuola, tra annunci e smentite

Fuochi d’artificio tolti in fretta e furia. La Azzolina, infatti, aveva dovuto fare marcia indietro, perché la storia delle classi con gli alunni divisi dal plexiglas aveva scatenato un mare di polemiche e di sfottò. Una figuraccia, dopo che la task force le aveva dato i famosi consigli. Una task force, peraltro, criticata dagli “alleati” o ex alleati e bollata come gruppo di sconosciuti.

L’inizio dell’anno scolastico è tutta un’incognita

Ora la situazione è cambiata per l’ennesima volta. Se l’election day verrà fissato per il 20 settembre, c’è la concreta possibilità che la riapertura della scuola sia il 23 settembre. Il che significa perdere altre settimane, magari riempite con l’orrenda didattica a distanza. Peggio ancora sarebbe riaprire a metà mese, fare qualche scampolo di lezione e poi richiudere. Un caos enorme, creato dall’inadeguatezza totale del governo.

Le varie ipotesi in campo

Ma non solo. Si fa strada un’altra ipotesi. Le prime due o addirittura tre settimane di settembre potrebbero infatti essere dedicate dalle singole scuole alle attività di recupero. Un docente siciliano, professore di diritto in un istituto tecnico di Sant’Agata di Militello, ha deciso però di scrivere una lettera alla Azzolina per rappresentarle lo sconforto di fronte alle soluzioni adottate per la fine della scuola.

«Ma lei la chiama scuola, questa?»

In particolare sugli esami. La lettera finisce con parole molto dure. Parla di «regime da ambulatorio medico imposto ai candidati. Che potranno presentarsi non prima dei 15 minuti precedenti l’esame, con un solo accompagnatore, e che dovranno volatilizzarsi all’istante, una volta conclusa la prova. E lei questa la chiama scuola? Questi li chiama esami di stato? Svolti in un’atmosfera da disaster movie di cui non si comprendono il motivo e l’utilità».

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