Il piano del Viminale post-Covid: cancellare i decreti di Salvini

Ora il governo torna alla carica e intende recuperare il tempo perso. Dopo lo stop imposto dall’emergenza coronavirus, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese non vuole aspettare ancora e torna a mettere nel mirino i decreti sicurezza di Matteo Salvini.

“Il lavoro svolto dal Viminale già prima dell’emergenza Covid-19 potrà essere ripreso con le modalità individuate collegialmente dal governo in un contesto certamente meno caratterizzato da esigenze emergenziali come quelle che abbiamo vissuto”, ha sottolineato il ministro Luciana Lamorgese rispondendo in question time al Senato ad una interrogazione di Liberi e Uguali.

Dal primo giorno del nuovo esecutivo giallorosso i decreti sicurezza di Matteo Salvini sono diventati il nemico da eliminare. E ora, con il ritorno all normalità dopo mesi di emergenza sanitaria, la Lamorgese spinge sull’acceleratore per non perdere tutto il lavoro già fatto dal Viminale. Una revisione del testo sarebbe già pronta da tempo, ma la maggioranza non si è mai riunita per trovare una sintesi comune. Adesso, secondo il ministro, è il momento giusto per rimettersi al lavoro e trovare una soluzione definitiva per quei decreti che hanno scosso l’esecuitivo.

Intanto le opposizioni continuano a manifestare il loro malessere. Questo governo, ha spiegato il senatore della Lega Paolo Tosato, “mentre gli italiani erano chiusi in casa in osservanza delle misure che hanno portato al lockdown, ha deliberatamente ignorato il contrasto agli sbarchi illegali in Italia che, dal 1 gennaio all’8 giugno 2020, hanno condotto irregolarmente sulle coste italiane 5.472 immigrati, a fronte dei 2.033 sbarcati nello stesso periodo del 2019. Se l’incremento degli sbarchi a gennaio e febbraio ha registrato un aumento del 700% rispetto gli stessi mesi del 2019, addirittua a marzo ed aprile, mesi di massima emergenza, in Italia sono approdati illegalmente 241 e 671 immigrati”. “Nessun serio contrasto, dunque, dell’illegalità – ha aggiunto – : questo governo, capace invece di dare segnali addirittura in controtendenza, come la sciagurata sanatoria del ministro Bellanova, si è limitato ad un debole decreto amministrativo che dichiarava i porti semplicemente non sicuri, ventilando anche la paradossale urgente necessità di disporre di nuovi posti per l’accoglienza dei richiedenti asilo, destinati ad aumentare in estate”.

Forti critiche sono arrivate anche sull’accordo di Malta. Secondo il ministro dell’Interno, “ha costituito una tappa fondamentale per un maggior coinvolgimento dell’Europa nella gestione del fenomeno migratorio. Per la prima volta, infatti, Francia e Germania hanno assunto impegni formali per la redistribuzione sui loro territori di immigrati sbarcati in Italia”. “Un totale fallimento”, ha invece commentato il senatore Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fratelli d’Italia: “L’accordo di Malta non è mai stato neppure inserito negli ordini del giorno dei Consigli europei che si sono susseguiti da allora perché, giustamente, gli altri Stati europei chiedono all’Italia di controllare i propri confini, non di diventare la porta d’accesso europea all’immigrazione illegale di massa”.

il giornale.it

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