Ecco l’ex blogger dell’Unità che ha denunciato la capotreno “anti-rom”: sommerso di insulti e minacce sui social
Grazie a lui una capotreno esasperata dalle continue molestie degli accattoni zingari rischia il tasto del lavoro. Si chiama Raffaele Ariano, è un ex blogger del giornale comunista, fortunatamente estinto, l’Unità. Sommerso di insulti e minacce sui social dagli italiani che, a stragrande maggioranza, a parte i soliti quattro sfigati di estrema sinistra, difendono l’operato della dipendente di Trenord.
Cremona, 9 ago – La persona che sui social ha denunciato la capotreno di Trenord che aveva intimato ai rom presenti sul convoglio di scendere dal treno, è un ex blogger dell’Unità. Si chiama Raffaele Ariano e da subito ha ricevuto una sfilza di insulti sui social dopo aver raccontato quello che aveva udito. A causa sua, ora la capotreno rischia il posto. Il messaggio da lei diffuso non è stato una brillante idea, ma di sicuro solo lei conosce il grado di esasperazione a cui sono quotidianamente sottoposti i ferrovieri che ogni giorno hanno a che fare con gli immigrati, zingari compresi, che solo nel migliore dei casi non pagano il biglietto.
Il quotidiano il Giorno ha deciso di intervistare Ariano, che per i buonisti sui social è diventato un eroe e un martire, per via delle critiche che lo hanno sommerso. Ha raccontato come è andata: “Io ero seduto, stavo lavorando al pc, col mio valigione accanto quando il treno è ripartito e si è sentito quell’annuncio con l’invito agli ‘zingari’ a scendere alla prossima fermata e gli epiteti ormai di dominio pubblico”. Al che ha spiegato di aver prima scritto il post di Facebook e poi, una volta sceso a Cremona, ha “denunciato agli addetti di Trenord in banchina l’accaduto. Mi hanno risposto che in effetti ‘Era un fatto grave’. Poi ho scritto alle agenzie di informazione e alla stampa locale. Non si può fare finta di nulla”. Perché quell’annuncio a suo dire è “xenofobo” e che fino a qualche anno fa non sarebbe mai successa una cosa simile. Probabilmente, ci permettiamo di aggiungere, qualche anno fa la situazione di degrado dei treni non era come quella di oggi.
A proposito degli insulti che lo hanno travolto sul suo profilo Facebook, Ariano quasi ne va fiero: “Ho un profilo pubblico, lo lascio così, il post resterà visibile a testimonianza del clima che si è creato nel nostro Paese. Intanto prendo nota. A questo punto diventa più determinante questa massa di insulti e minacce rispetto al gesto della capotreno, che è un singolo. È indice dell’umanità a cui siamo giunti”. Che fosse un tipino puntiglioso lo si era capito. Ora che il ricercatore ed ex blogger dell’Unità ha avuto il suo momento di gloria, rincara la dose e promette di denunciare chi sui social lo ha insultato: “Alcuni miei amici e colleghi stanno segnalando alcuni post, altri li sto salvando io, ho intenzione di procedere, anche penalmente”.
Infine, dopo aver detto che c’è anche chi lo ha ringraziato per il suo gesto, ma che non fa nomi per “evitare di attirare su di loro questo odio”, Ariano afferma che è intenzionato a non fermarsi perché è deciso a “portare alla luce questo clima. È una chiamata alla responsabilità condivisa. Non si può far finta di nulla abbozzando un ‘Così fan tutti’ perché quando si tende a non denunciare queste cose continuano a degenerare, peggiorano di giorno in giorno, aumentando per virulenza e cattiveria. In questo momento storico è un dovere di tutti noi farlo, denunciare in modo capillare. Un dovere civico”.
Di Anna Pedri
Con fonte Il Primato Nazionale