Presidi contro il plexiglas: le nostre aule cadono a pezzi
Approvato tra le polemiche e allo scadere del tempo massimo. Il decreto Scuola ha avuto il via libera dalla Camera dopo una maratona di tre giorni scandita da ostruzionismo e bagarre in Aula, con attacchi alla ministra (vedi cartello leghista «Azzolina bocciata») e con Lega e Fdi che hanno fatto di tutto per far saltare il provvedimento passato poi con 245 voti a favore e 122 contrari.
Oggi sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Dentro ci sono le norme per l’esame di maturità nell’era Covid e il concorso straordinario per assumere 32 mila docenti precari. Le divisioni però non sono finite. È stato confermato lo sciopero di domani dei sindacati della scuola dopo un confronto con la stessa ministra definito dalle sigle «inconcludente». È un provvedimento «claudicante che ha affrontato i grandi temi legati all’emergenza. Non si è ancora capito cosa succederà delle scuole a settembre» attacca l’azzurro Marco Marin. Idem Giorgia Meloni: «Conte si riempie la bocca con le parole dialogo e confronto ma in Parlamento la sua maggioranza ha bocciato tutte le proposte di Fdi sulla stabilizzazione dei precari e dei docenti di sostegno, sulla tutela delle scuole paritarie, sull’edilizia scolastica e sulle misure per riaprire le scuole in sicurezza» Per Azzolina invece il decreto «consente di chiudere regolarmente l’anno scolastico in corso. Ora definiamo le linee guida per settembre, per riportare gli studenti a scuola, in presenza e in sicurezza».
Ma sono proprio le attese linee guida per un ritorno tra i banchi previste per la prossima settimana ad alimentare lo scontro. Il comitato tecnico scientifico aveva già dato tre pilastri per dettare il rientro in classe: distanziamento, igiene e mascherine. Al tavolo con sindacati, Comuni e Regioni, Azzolina ha paventato anche soluzioni come visiere e plexiglas tra i banchi per classi sopra i 15 alunni. Una soluzione che però fa litigare le forze politiche. Matteo Salvini l’ha già bollata come una «follia», il presidente della Liguria Giovanni Toti, ha ricordato che le priorità sono altre perché nelle scuole manca anche «la carta igienica». «Bisogna capire se i divisori in plexiglas sono efficaci se messi anche sui banchi doppi perché quelli che abbiamo visto in Cina sono su banchi monoposto, ma l’80 per cento dei banchi nelle scuole italiane sono biposto», dice al Giornale Mario Rusconi, presidente dei presidi del Lazio. «E poi il costo. Il decreto ha stabilito ulteriori fondi ma vediamo se basteranno, finora i fondi dati alle scuole per la sanificazione, mascherine e computer per la didattica non sono bastati. Soprattutto aspettiamo di sapere se gli esperti ritengono questi divisori plexiglas utili o meno». Ci sono delle priorità: «In tutta Italia ci sono palestre dove è venuto giù un pezzo soffitto e nessuno lo ha sistemato, quando si danneggia un’aula vengono chiamati Comune e Provincia e nessuno interviene. Così come quando i termosifoni non funzionano perché le caldaie sono vecchie».
Sono 331 i milioni di euro stanziati in più dal decreto per la ripresa a settembre, potranno essere utilizzati fra l’altro per dispositivi di sicurezza, igienizzanti, pulizia. Saranno i dirigenti scolastici a stabilire le priorità di spesa.
I Comuni premono per ulteriori interventi: «La riapertura delle scuole a settembre comporterà molte criticità, ma è indispensabile e noi non ci tiriamo indietro. Abbiamo fatto presente al governo necessità urgenti: sblocco dell’assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto», ha detto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al premier Conte.